
Facciamo così. Torniamo un po’ indietro nel tempo al 18 marzo dell’anno scorso. Ricordate? A Palazzo Chigi c’era sempre Giuseppe Conte, ma al suo fianco troneggiavano Gigino di Maio e Matteo Salvini. Il leghista occupava lo scranno più alto del Viminale e combatteva la sua battaglia contro gli sbarchi di migranti e le Ong. Il caso Diciotti, i decreti sicurezza, la sfida alle navi solidali. Non passava giorno che non si parlasse di porti chiusi e porti aperti, della disumanità di chi non vuol soccorrere gli stranieri, dei “sequestri” in mare e via dicendo. Quel giorno la Mare Jonio aveva salvato 49 migranti davanti alla Libia, poi aveva puntato verso l’Italia e chiesto un porto sicuro a Roma nonostante l’alt di Salvini. La mattina dopo Repubblica apriva il quotidiano con un titolo a caratteri cubitali, solo tre parole: “Aprite i porti”. All’interno i servizi degli inviati sulla nave e un commento di Concita De Gregorio su “la legge del mare”. Tutto molto strappalacrime.
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