Il Segretario della FUPS-CSdL Alberto Mino, questa mattina è intervenuto alla conferenza internazionale sui sistemi pensionistici organizzata nell’ambito dei lavori del 18° Congresso Nazionale dello SPI (il Sindacato pensionati della CGIL), in svolgimento a Riccione da oggi al 29 aprile. Si è trattato di un intervento tematico, che illustra il sistema pensionistico sammarinese. Si trasmette di seguito l’intervento completo di Alberto Mino e le relative schede informative.
“Compagne, compagni, amici rappresentanti delle organizzazioni internazionali dei pensionati e delle persone anziane, porgo un fraterno saluto a tutti i presenti. Un saluto particolare va al Segretario Generale della FERPA Bruno Costantini, che ci rappresenta tutti, e colgo l’occasione per ringraziarlo anche per il suo qualificato intervento al 9° Congresso della FUPS svoltosi il 27 marzo scorso. Anzitutto a nome della Federazioni pensionati della Repubblica di San Marino che rappresento, ringrazio vivamente lo SPI-CGIL per l’organizzazione di questa Conferenza internazionale che dà l’opportunità di intervenire sulle tematiche più importanti delle categorie che qui rappresentiamo, e consente uno scambio di informazioni reciproche sulle realtà dei nostri Paesi.
La situazione dei pensionati e anziani a San Marino attualmente nel suo insieme è buona, rispetto ad altri stati, anche se non mancano alcune criticità, come ad esempio i pensionati soli o che percepiscono una sola pensione minima in famiglia, pari a 960 euro per 13 mensilità, e i non autosufficienti con la pensione minima integrata dall’assegno di accompagnamento, la quale raggiunge appena i 1.200 € mensili, con la badante da pagare. San Marino conta 32.000 abitanti con circa 8.000 pensionati. L’aspettativa di vita media supera gli 80 anni, per cui mediamente una pensione deve essere erogata per circa 25 anni, senza tenere conto di eventuali periodi di reversibilità al coniuge e minorenni. A conti fatti, anche dopo la riforma del 2005, i contributi versati con le aliquote attuali sono sufficienti per pagare la pensione per 10/12 anni, per cui il sistema, che è totalmente a ripartizione, va ulteriormente riformato.
Il 17% della popolazione residente ha una età superiore ai 65 anni. Nel 2005 era stato previsto di affiancare al sistema contributivo a ripartizione un secondo pilastro complementare obbligatorio, finanziato al 50% dal datore di lavoro al 50% dal dipendente; però, detta legge quadro non è stata attuata, in quanto è stata successivamente abrogata e non ancora sostituita, per cui la nostra preoccupazione è grande, perché sappiamo che il sistema reggerà ancora per pochi anni. Le responsabilità sono tutte politiche e governative; come sindacati sammarinesi denunciamo con forza la situazione e abbiamo avanzato diverse proposte per mettere in sicurezza il sistema previdenziale, affinché si tenga conto anche delle generazioni più giovani.
La perequazione al costo della vita avviene annualmente sulla base del dato ISTAT italiano, che tutti sappiamo non essere del tutto corriposndente all’aumento del costo della vita reale in particolare dei beni di prima necessità come i generi alimentari, ecc.. Detto sistema di perequazione è valido fino alle pensioni di importo di € 1.400 mensili; per quelle superiori a scaglioni di € 300 avviene a scalare fino a raggiungere la percentuale del 37,5% dell’aliquota di base per le pensioni superiori a € 2.600 mensili. A San Marino abbiamo un sistema previdenziale pensionistico nato nel 1965, riformato nel 1983 e nel 2005. Attualmente prevede un tasso di sostituzione che può raggiungere, in casi estremi, anche il cento per cento dell’ultima retribuzione in relazione agli anni di versamento dei contributi; l’aliquota generale è del 19,70%, così ripartita: il 16,10% a carico del datore di lavoro e il 3,60% del lavoratore.
È previsto un intervento integrativo dello Stato che va dal 10% al 25% sul monte contributi versati, variabile a seconda se il fondo è in attivo o passivo. L’età anagrafica per il diritto alla pensione è di 65 anni, ma con 40 anni di versamenti contributivi si può andare in pensione con 60 anni di età. L’innalzamento dell’età da 60 (56 per i dipendenti pubblici) a 65 anni è graduale e andrà a regime dal 1° gennaio 2017 per tutti, fatte salve alcune eccezioni non determinanti delle forze di polizia, che partivano da 53 anni e andranno a regime nel 2021. Ogni anno di contribuzione viene maturato il 2% della media della retribuzione percepita negli ultimi dieci anni di lavoro e quindici per i lavoratori autonomi.
La pensione minima viene eventualmente integrata a € 960 mensili per 13 mensilità se il pensionato non gode di altri redditi comunque e ovunque prodotti; esiste anche un tetto di € 42.000 annui su cui calcolare la pensione massima da erogare. La pensione o assegno sociale a totale carico del bilancio dello stato è di € 496 per 13 mensilità. Dal 1991 vige la separazione dei fondi pensionistici tra lavoratori dipendenti, lavoratori autonomi e liberi professionisti. Questa azione di trasparenza, voluta fortemente dal sindacato, permette di monitorare costantemente l’andamento dei fondi.
Il fondo dei lavoratori dipendenti al momento è ancora attivo, mentre quelli delle categorie autonome (commercianti e artigiani) sono fortemente passivi causa il mancato accertamento dei redditi reali e una trasformazione clientelare delle licenze operative e di esercizio. E questo stato di cose a San Marino è semplicemente vergognoso. A conclusione di queste succinte informazioni e considerazioni, emerge una forte preoccupazione da parte dei sindacati sammarinesi dei pensionati e dei lavoratori attivi, per il futuro anche prossimo del sistema previdenziale sammarinese. La forte crisi in atto con il calo dell’occupazione e l’aumento della cassa integrazione, diminuiscono le entrate contributive nei fondi pensione, perciò si accorciano i tempi della criticità del sistema.
Ed è anche per questo che i lavoratori e i pensionati chiedono con forza il completamento della riforma, accelerando i tempi per dotare San Marino di un sistema previdenziale in grado di garantire pensioni certe e dignitose per i pensionati di oggi, ma anche per quelli futuri. Perciò i temi indicati nel titolo del 9° Congresso della FUPS-CSdL svoltosi il 27 marzo 2010, “DIRITTI e SOLDARIETÀ; Pensionati risorsa attiva della società; Nuovo patto tra generazioni” e la Mozione conclusiva, rappresentano la linea guida d’azione della FUPS e dei suoi organismi Direttivi per il mandato sindacale ricevuto al Congresso. Per maggiore chiarezza di informazione, lascio in allegato alcuni prospetti semplificativi della situazione attuale dei pensionati e delle persone anziane a San Marino.”
SITUAZIONE PENSIONI A SAN MARINO AL 28.02.2010
(Dati – Fonte ISS)
(escluso le pensioni stato, circa 400)
(dei 7.806 fanno parte anche coloro che hanno percentuali di invalidità superiore al 15%, ma inferiore al 65% e che quindi in grandissima parte lavora e percepiscono la quota di pensione in relazione al grado di invalidità. Il numero potrebbe variare da 4/500 a 6/700 unità?, non ci sono riscontri in merito).
Numero totale dei pensionati 7.806
n. titolari di Pensione Sociale (SV, SI, CV, CI) 844
n. titolari di Pensione Agricoltori (OV, OI, OS) 172
n. titolari di Ass. Integrativo Speciale 324
n. titolari di Ass. d’Accompagnamento 443
LEGENDA TIPO PENSIONE
OV ORDINARIA VECCHIAIA
OI ORDINARIA INVALIDITA’
OS ORDINARIA SUPERSTITI
SV SOCIALE VECCHIAIA
SI SOCIALE INVALIDITA’
CV CASALINGHE VECCHIAIA
CI CASALINGHE INVALIDITA’
IC INVALIDITA’ CIVILE
AS/AC ASSEGNO D’ACCOMPAGNAMENTO
AI/EC ASSEGNO INTEGRATIVO ECONOMICO
AI/SP ASSEGNO INTEGRATIVO SPECIALE
PI PRIVILEGIATA INFORTUNI
PM PRIVILEGIATA MALATTIA PROFESSIONALE
PS PRIVILEGIATA SUPERSTITI
F FACOLTATIVA
G
FONTE ISS: dati relativi ai numeri dei titolari di pensione aggiornati al 31.01.2010
Statistica per scaglioni 2010 pensioni ordinarie ISS, come previsto dalla legge 8 novembre 2005 n. 157. (riforma del sistema previdenziale)
Maschi Femmine Totale
Fino a 960,13 811 809 1.620 (escluse le sociali)
Importo 960,13 228 792 1.020 (integrate dallo Stato)
da 960,14 a 1400,00 716 606 1.322
da 1400,01 a 1700,00 523 324 847
da 1700,01 a 2000,00 489 193 682
da 2000,01 a 2300,00 346 110 456
da 2300,01 a 2600,00 192 79 271
Oltre 2600,01 182 99 281
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Pensione Ordinaria Vecchiaia n. 4.553 di cui integrati al trattamento minimo n. 803
Pensione Ordinaria Invalidità n. 1.192 di cui integrati al trattamento minimo n. 579
Pensione Ordinaria Superstiti n. 1.227 di cui integrati al trattamento minimo n. 546
Pensione Privilegiata Infortuni n. 322
Pensione Privilegiata Malattia Professionale n. 193
Pensione Privilegiata Superstiti n 36
Pensione Sociale Vecchiaia n. 561
Pensione Sociale Invalidità n. 283
Assegno d’Accompagnamento n. 445
Assegno Integrativo Economico n. 135
Assegno Integrativo Speciale n. 322
Invalidità Civile n. 62
Le pensioni ordinarie sono state rivalutate, al 01.01.2010, a norma dell’art. 5 della Legge n. 157/2005 e che l’aliquota di rivalutazione è dello 0,7%.
Le Pensioni Privilegiate sono state rivalutate sulla base di una percentuale pari al 1,59%. L’Assegno d’Accompagnamento è stato aumentato a norma dell’art. 8 della Legge n. 97/2005 e l’importo per il 2010 è di € 1.287,95 per 12 mensilità annuali.
Le Pensioni Invalidità Civile sono tutte di importo pari al trattamento minimo che, per il 2010, è pari ad € 960,13.
Non hanno subito alcuna rivalutazione le pensioni Sociali, l’Assegno Integrativo Economico e l’Assegno Integrativo Speciale, perché non è stato rinnovato il contratto collettivo di lavoro, al quale fanno riferimento per legge gli importi e la rivalutazione sopra citate.
FUPS-CSdL