Prima ancora che si alzasse il livello di allerta sul terrorismo, prima ancora quindi che il Califfo diffondesse il video con il proclama minaccioso per l’Italia “Siamo alle porte di Roma”, esisteva nei nostri servizi segreti una elevata preoccupazione per la presenza di potenziali terroristi che si sarebbero infiltrati con l’arrivo di migranti dalla Libia e dalla Siria. Una trentina in tutto. Un sospetto, questo suffragato anche da due interrogazioni parlamentari depositate in Senato da Augusto Minzolini (che parlava di un’inchiesta della Procura di Palermo sul alcuni “membri sospetti avrebbero già lasciato il territorio italiano, altri invece si troverebbero ancora nel Paese” e dall’esponente del Gruppo MistoFrancesco Molinari che segnalava l’arrivo di alcuni terroristi arabi, forse dell’Isis in Sicilia. Ma non sarebbero solo arrivati via mare.
Il sospetto – A ottobre – scrive l’Inkiesta – in Parlamento è stato sollevato il caso di alcune misteriose “sparizioni” dall’aeroporto di Fiumicino. Il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio, del Movimento Cinque stelle, ha depositato a Montecitorio un’interrogazione in cui si chiedevano spiegazioni su una trentina di immigrati algerini fuggiti dallo scalo romano. Nella sua interrogazione il grillino spiega come i 35 immigrati sarebbero riusciti a scappare dall’aeroporto nello scorso mese di settembre indossando “gilet catarifrangenti del personale di terra” per non farsi riconoscere. La polizia aeroportuale ha smentito la notizia ma il documento depositato a Montecitorio, spiega che durante lo scorso anno sono riusciti a fuggire dall’aeroporto di Fiumicino almeno 500 nordafricani. Il sospetto, si legge sempre nel documento è che “queste fughe siano organizzate per alimentare gli organici delle organizzazioni terroristiche internazionali che da tempo lanciano proclami minacciosi contro il nostro Paese”. Libero