Ieri al Centro Congressi Kursaal la cerimonia con la lectio magistralis di Zagrebelsky
Si è aperta con un telo sul quale era riportata una serie di messaggi di pace, la cerimonia di inaugurazione dell’Anno Accademico 2024-25 dell’Università degli Studi della Repubblica di San Marino: sorretto da sedici studenti, largo circa dodici metri e lungo sette, ha attraversato la sala del Centro Congressi Kursaal passando sopra le teste del pubblico in un gesto dal quale sono emersi l’attenzione e la sensibilità della comunità universitaria rispetto alla situazione internazionale, sintetizzata dal Rettore Corrado Petrocelli: “Essere indifferenti, voltarci dall’altra parte, noi non dobbiamo e non vogliamo farlo”, ha affermato. “Oggi sono in atto 53 conflitti, il numero più alto dalla fine della seconda guerra mondiale”. E ancora, dopo aver parlato di Gaza: “Lo scorso anno avevamo chiesto il cessate il fuoco e questa volta iniziamo così”.
Durante l’evento, svolto nel pomeriggio di ieri, il Rettore ha fatto riferimento a una università considerata come “antidoto e che per natura non è solo contro le guerre, ma anche i muri, le barriere, le discriminazioni, l’emarginazione, l’esclusione”. Un luogo, ha ribadito, “di incontro, confronto e condivisione”.
Da Petrocelli inoltre un riepilogo delle principali iniziative realizzate dall’Ateneo nell’ultimo anno, fra le quali, sul fronte del Design, “il progetto del padiglione di San Marino all’Expo di Osaka” e un “master in Sustainable Cities con il Norman Foster Institute”.
Il Centro Universitario di Formazione sulla Sicurezza “ha prodotto 160 eventi, più di 9mila i corsisti coinvolti, 300 figure tra formatori e relatori, 92 corsi di cui 52 internazionali”. Per quanto riguarda il dottorato di ricerca in Scienze Storiche, “tra fine 2023 e ottobre 2024 i podcast delle lezioni, curati dall’emittente Usmaradio, hanno registrato oltre 56mila download”. Sottolineata inoltre l’attività di Ingegneria Civile sulla sostenibilità ambientale.
Petrocelli ha quindi informato la platea su un “sondaggio condotto con le matricole, provenienti da tutta Italia”, dal quale è emerso che fra i loro “valori politica e religione sono agli ultimi posti, mentre l’impegno sociale galleggia a metà”. In alto ci sono “famiglia e amicizia”. I neo iscritti si vedono “innovatori” ma si sentono considerati “fannulloni, bamboccioni, inaffidabili”. L’Università di San Marino, ha spiegato il Rettore, “non è qui per fare profitto o vendere” qualcosa, ma per “offrire loro uno spazio di confronto aperto, libero e indipendente”, perché “diventino appieno cittadini del domani”.
Fra i progetti in cantiere è stata citata, nell’ambito dell’Ingegneria Gestionale, l’idea di un “osservatorio sulla figura dell’anziano che metta insieme soggetti pubblici e privati diventando un punto di riferimento”. Nel Dipartimento di Scienze Umane si pensa a “un’iniziativa formativa su comunicazione e giornalismo proposta da Giovanni Valentini e Carmen Lasorella”.
Alle attività fatte e da fare si affianca “l’ingresso a pieno titolo” nel programma Erasmus Plus: “A breve – ha annunciato Petrocelli – avremo i primi scambi di studenti in ingresso e uscita”. Tornando alla dimensione generale il Rettore non ha nascosto alcune “debolezze”, alcune delle quali “non dipendono da noi” e vanno “trasferite” al governo: “Ci vogliono risorse per la ricerca – ha sottolineato – e la disponibilità di uno studentato”.
Le sue parole sono state raccolte dal Segretario di Stato per l’Istruzione e la Cultura, Teodoro Lonfernini, che ha rassicurato: “Un obiettivo fondamentale che intendo perseguire è la realizzazione di questa infrastruttura essenziale, per offrire agli studenti un ambiente accogliente e funzionale, migliorando la loro esperienza formativa e favorendo la crescita della nostra comunità accademica”.
Sul palco, dopo la presentazione di un progetto del corso di laurea in Design, è salito quindi il principale ospite della cerimonia, Gustavo Zagrebelsky. Durante la lectio magistralis dal titolo “Elogio del piccolo”, offerta a una platea che ha coinvolto fra gli altri i Capitani Reggenti Francesca Civerchia e Dalibor Riccardi, il giurista ha analizzato la storia di San Marino definendo il Titano “un’entità che ha sempre difeso la libertà come identità propria, non beneficiaria passiva di equilibri, accordi e concessioni tra altre potenze. In breve, non la risultante di interessi altrui. Certo – ha detto – in questa terra si sono convogliati flussi finanziari rispetto ai quali nei tempi nostri si vuole vedere chiaro. E la rocca è meta di flussi turistici. Ma non potremmo ridurre a queste visioni meschine una realtà grande per significato e piccola per dimensione. Se consideriamo le linee di sviluppo della storia europea e mondiale, San Marino presenta qualcosa di miracoloso”.