Il ”tempio” dell’amore gay si trova a Coriano, nella zona di Cerasolo Ausa. «Una struttura di 500 mq – si legge sul sito internet – completamente organizzata per le serate più calde, il luogo ideale per passare una serata hot». Benvenuti all’Enigma Labirint Club, uno dei 71 circoli privati affiliati all’Anddos (Associazione nazionale contro le discriminazioni da orientamento sessuale), l’associazione omosessuale travolta da un recente inchiesta del programma ‘Le Iene’. Il servizio, che ha portato alle dimissioni del direttore dell’Unar Francesco Spano, documenta rapporti sessuali a pagamento, che sarebbero stati consumati proprio tra le mura di alcuni circoli. Un mondo da cui i gestori dell’Enigma Labirint, l’unico di questo tipo in provincia di Rimini, vogliono ora prendere le distanze. «Chiariamo una cosa: ogni club è una realtà a sé stante, con un proprio statuto – spiega uno dei gestori –. E’ vero, siamo associati alla rete Anddos. Ma nella nostra struttura non è mai stato commesso nulla di illegale, tantomeno attività di prostituzione. Il circolo, anzi, è da anni attivo con campagne di sensibilizzazione e informazione sull’uso del preservativo. Ricordiamo che spazi del genere nascono anche per offrire un luogo di aggregazione sicuro alla comunità gay, spesso discriminata. Non ho visto il servizio mandato in onda dalla Iene, ma non trovo giusto che si faccia di tutta l’erba un fascio. Se qualcuno ha commesso azioni illecite, allora dovrà rispondere direttamente alla magistratura. Non per questo bisogna criminalizzare i piccoli circoli come il nostro, da sempre attivi nel campo del sociale. Ricordiamo anche che i club sul territorio non hanno mai preso un euro dei finanziamenti pubblici stanziati dall’Unar». Il sito dell’Enigma Labirint pubblicizza anche una serie di eventi per i soci. «Il nostro – continua il gestore – è un posto dove gli appartenenti al mondo gay possono incontrarsi e socializzare. Sono persone adulte, e hanno tutto il diritto di comportarsi come vogliono». Ieri la polemica è stata alimentata anche da un comunicato del Popolo della Famiglia di Rimini. «Chiediamo con forza che questi progetti non siano più finanziati – si legge nel comunicato -, a cominciare dal Gay Pride 2017. Chiediamo inoltre alle forze dell’ordine di vigilare sui circoli LGBT presenti sul nostro territorio». Il Resto del Carlino
