Leggendo i giornali di questi giorni, il Ministro italiano Tremonti ha detto: “ San Marino resta nella black list fino a quando non saranno formalmente e sostanzialmente in vigore tutte le norme necessarie per integrare gli standard internazionali, legali, fiscali, antiriciclaggio ecc. “. Sentire queste dichiarazioni significa che non si fida delle nostre promesse. Ma come dargli torto ? Porto 2 esempi:a -Legge del luglio 2009 riguardante il deposito delle azioni presso un notaio.Questa legge si è rivelata del tutto inutile , tanto che dopo pochi mesi si sta disponendo una nuova legge.b- La bozza del Decreto sul prefinanziamento dell’ IVA all’esportazione. A mio avviso questa bozza non è una cosa seria perché il Decreto entra in vigore il 1° maggio e scade il 31.12, come dire che lo facciamo per uscire dalla black list e poi torniamo a fare i pastrocchi come prima. Inoltre il prefinanziamento è quasi fittizio perché non si applica se i prodotti interessati sono stati fabbricati a San Marino o anche fuori territorio purchè fabbricati in conto lavoro per ditte sammarinesi ! Ma crediamo davvero che i nostri interlocutori siano così sprovveduti per credere a queste favole ?Se si fa un decreto va fatto in modo che sia chiaro e non lasci dubbi o scappatoie. Altro punto sul quale San Marino sta facendo melina è lo scambio automatico delle informazioni.Le banche e le finanziarie si oppongono allo scambio automatico, ma verrebbe da dire: “ Chi è causa del suo mal pianga se stesso”; infatti se nel 2004 San Marino avessimo firmato l’accordo di cooperazione con l’Italia, ora avremmo già metabolizzato questo passaggio, per altro molto meno doloroso rispetto alle condizioni che ci vengono oggi imposte.Ma, nel 2004, il sistema finanziario, con l’appoggio della nostra associazione e dei politici in quel momento all’opposizione, fece in modo che non si firmasse tale accordo. Oggi non abbiamo scelta: o scambio automatico delle informazioni o Black List. Abbastanza singolare mi è sembrata la dichiarazione del presidente di Assofin quando dice, secondo i giornali, che concedere lo scambio automatico delle informazioni per uscire dalla Black List, potrebbe portare alla richiesta del rientro dei finanziamenti erogati dalle banche alle imprese. Questa dichiarazione non è singolare, sembra piuttosto un ricatto.Prosegue il Presidente di Assofin: “ casomai consideriamo di restare qualche mese nella Black List “. Ma lo sa il Presidente di Assofin che per conquistare un cliente ci vogliono anni di lavoro e perderlo è un attimo ? Gli imprenditori non operano in un mercato border line, ma in un mercato reale ed agguerrito. Oggi noi tutti siamo come quel paracadutista che lanciatosi da 3/4000 metri, sta precipitando perché il paracadute non si apre e giunto a 15/20 metri dal suolo, dove lo attende una morte sicura, dice fra sé: ancora pochi metri poi faccio un salto fino a terra .Ecco noi oggi siamo come quel paracadutista a pochi metri da terra e stiamo ancora discutendo se accettare o non accettare il diktat dell’Italia. Credo che non abbiamo scelta, purtroppo dobbiamo accettare ciò che l’Italia ci chiede perché con il nostro comportamento, tenuto fino ad oggi, non abbiamo conquistato la loro fiducia. Dal 2008 il mondo è cambiato, la crisi internazionale è una guerra che ogni giorno riserva brutte sorprese e noi non possiamo fare finta di niente continuando a fare i furbetti e non rispettare le regole. E’ il momento di cambiare mentalità e non basta cambiare un uomo di governo , bisogna fare una pulizia in tutti gli organismi: dalle istituzioni ai partiti fino alle associazioni.Solo così possiamo pensare di potere tornare a costruire qualcosa di buono in questo paese dove bisogna smettere di parlare di economia sana e imprese serie .Dobbiamo parlare di Economia e Imprese, perché chi non rispetta le regole non può essere considerato imprenditore.
PIERO TONELLI
