Il Tribunale di Rimini ha emesso una sentenza storica riguardante un docente precario, un professore di Religione di 60 anni, che per otto anni ha visto rinnovare il suo contratto di lavoro a tempo determinato senza mai ottenere un’assunzione stabile. La decisione del giudice arriva dopo che l’insegnante ha deciso di fare causa al Ministero dell’Istruzione, denunciando una situazione di precarietà lavorativa che superava i limiti previsti dalla legge.
Il docente, in servizio presso un istituto tecnico della provincia di Rimini dal 2015, ha sempre lavorato da ottobre a giugno, ricoprendo le stesse mansioni, ma senza mai stabilizzare la sua posizione lavorativa. In base alle normative vigenti, dopo 36 mesi di contratti a termine, un lavoratore dovrebbe avere diritto a un’assunzione a tempo indeterminato, almeno nel settore privato.
L’insegnante si è avvalso dell’assistenza legale dell’avvocato Veronica Piepoli, che ha presentato la denuncia lo scorso ottobre, avviando un processo presso la sezione Lavoro del tribunale riminese. Nella mattinata di martedì, il giudice ha riconosciuto l’abuso nell’uso dei contratti a termine e ha condannato il Ministero a risarcire il docente con 12 mensilità, pari a 27.000 euro.
L’avvocato Piepoli ha sottolineato che si tratta della prima sentenza di questo tipo emessa dal tribunale di Rimini, evidenziando un problema ampiamente riconosciuto. Dal 2014, l’Italia è sotto procedura di infrazione da parte dell’Unione Europea per la gestione dei contratti di lavoro precari. Nonostante la lunga carriera del docente, egli non ha mai avuto l’opportunità di partecipare a un concorso per un’assunzione stabile, poiché l’ultimo bando per questa categoria risale al 2004.