Il valore della semplicità (l’editoriale di David Oddone)

Vorrei condividere con i lettori una frase tratta da “Storie di ordinaria follia” di Charles Bukowski. “Era bello stare insieme e bastava. Comprai un paio di panini, patatine, e da bere, e mangiammo in riva al mare. Poi dormimmo abbracciati per un’oretta. Era in certo qual modo anche meglio che far l’amore”.

Dalle parole dello scrittore emerge un’essenza che sembra fuggire dalle nostre vite sempre più frenetiche e globalizzate: il piacere autentico delle piccole cose. Nel contesto odierno, dove la corsa verso il successo e il perseguimento costante di obiettivi tangibili dominano la scena, ci siamo allontanati da una comunione profonda con ciò che è semplice e genuino.

L’episodio narrato dall’autore, di condividere un pasto modesto sulla spiaggia e trascorrere un momento di tranquillità, ci ricorda che non sono le cose materiali o gli eventi straordinari a portare la vera felicità. In un mondo dove la tecnologia ci permette di avvicinarci istantaneamente al resto del globo, ci siamo forse dimenticati di connetterci davvero con noi stessi e con le persone intorno a noi.

L’illusione di connessione virtuale ha soffocato la vera connessione, intrappolandoci in una rete di superficialità e distrazione. Mentre cerchiamo l’eccitazione e il divertimento nei mondi digitali, perdiamo di vista il valore della presenza fisica e dell’empatia.

La frenesia della vita moderna inoltre, ci spinge costantemente ad inseguire sempre qualcosa di più grande, più veloce, più eccitante. Tuttavia, questo incessante desiderio di “più” ha portato alla perdita del gusto per le piccole gioie quotidiane: un sorriso, una passeggiata all’aria aperta, una conversazione con un amico senza distrazioni digitali.

Il nostro modo di vivere ha sacrificato la qualità sull’altare della quantità, trascurando l’importanza di rallentare e apprezzare il momento presente.

C’è ancora speranza?

Le parole di Bukowski ci invitano ad una profonda introspezione sulla direzione che vogliamo prendere non solo come individui, ma come società.

Io credo che il futuro non sarà dettato dalle tecnologie, ma al contrario dalla capacità di abbracciare la nostra umanità.

 

David Oddone

(La Serenissima)