Ilva, processo di Taranto rinviato. L’ira delle parti civili: “Vergogna, noi senza risarcimento”

STABILIMENTO SIDERURGICO ILVA A TARANTO --- 14/01/2014 - QUOTIDIANA - SOLE24ORE - 43 (terni)

Le tre società imputate al processo Ambiente svenduto: Ilva (in amministrazione straordinaria), Riva Fire e Riva Forni, si avviano ad uscire dal processo sul disastro ambientale di Taranto col patteggiamento della pena. Una mossa che di fatto cancellato la possibilità di risarcimento nei confronti delle oltre mille parti civili costituite a processo, con un conto dei danni da oltre 30 miliardi. La corte d’Assise di Taranto ha rinviato il processo al 17 gennaio per consentire al nuovo avvocato della ex società Riva Fire (ora Partecipazioni industriali Spa) di studiare le imputazioni e concordare il patteggiamento con la procura tarantina.

Il legale, avvocato Massimo Lauro di Roma, ha annunciato l’ammissione in amministrazione straordinaria della holding della famiglia Riva, che tra le altre controllava anche l’Ilva di Taranto, messa in liquidazione a febbraio 2015 ed ora affidata dal Mise agli stessi commissari dell’Ilva, Enrico Laghi, Piero Gnudi e Corrado Carrubba. Il legale ha anche confermato l’intenzione di patteggiare la pena col consenso del ministero dello Sviluppo economico. Dietro alla scelta processuale c’e l’accordo di cessate il fuoco chiuso nei giorni scorsi tra commissari Ilva e famiglia Riva per il rientro di 1,3 miliardi di euro dalla Svizzera da destinare alla bonifica degli impianti siderurgici di Taranto.

Il 17 gennaio del 2017 verranno inoltre formalizzati i patteggiamenti, già depositati, dell’Ilva e di Riva Forni. La prima chiuderà il conto con la giustizia con la confisca di 241 milioni di euro, la seconda con una sanzione da 2 milioni. Le richieste saranno valutate probabilmente da un collegio di giudici nominati dal presidente del tribunale di Taranto.

Per quella data inoltre la corte d’assise presieduta dal giudice Michele Petrangelo dovrebbe sciogliere la riserva sulle eccezioni sollevate nelle precedenti udienze dai banchi della difesa circa la necessità di spostare il processo a Potenza per garantire la serenità dei magistrati. Per dimostrare che anche i giudici tarantini sono parti lese dai reati, i legali dei Riva portarono in aula

una mappa che mostrava la vicinanza tra l’abitazione di alcuni magistrati e quella di cittadini che si sono costituiti parti civili.

La notizia del rinvio del processo è stata contestata in aula da un gruppo di militanti dei Cobas che hanno urlato “vogliamo giustizia per i nostri bambini” rivolgendosi alla corte.