Imola contro Monza, un mese per la verità. Nella guerra della Formula 1, l’epilogo lo scrive adesso il Tar del Lazio: il 30 agosto un finale posticcio, comunque vada, riprenderà un filo conosciuto nella tormentata storia dello sport italico. Il rombo, alla fine, è solo quello delle indecisioni e degli amministratori ponziopilateschi. In questa vicenda in particolare, dove il Governo tituba, l’Autodromo Enzo e Dino Ferrari, gestito dalla società Formula Imola, ha fatto ricorso al tribunale amministrativo contro la decisione di Automobil Club Italiano di destinare 12,5 milioni di euro – stanziati grazie alla Legge di Stabilità – a Monza. Negando così a Imola non solo il titolo di possibile Gp d’Italia (a 10 anni dalla scomparsa dell’ultimo ‘griffato’ San Marino), ma anche la chance – con un contratto già firmato da Bernie Ecclestone, patron del circus – di riportare sul Santerno i bolidi.
TRADOTTO: Aci, guidata dal presidente Angelo Sticchi Damiani, vuole salvare con soldi pubblici una società privata (Sias, che gestisce Monza e che ha casse alquanto smagrite). Il tutto ignorando un altro circuto che potrebbe non solo offrirsi per un’alternanza, ma anche come nuova casa della F1 in Italia. «Siamo appesi al Tar, la situazione è paradossale. Eppure non ci arrendiamo», è sconsolato, ma fermo Uberto Selvatico Estense, imprenditore e presidente di Formula Imola. All’orizzonte la camera di consiglio dei giudici che, a fine mese, entrerà nel merito della questione e discuterà anche di una possibile sospensiva delle decisioni di Aci: «Noi agiamo nell’interesse della collettività – dice Selvatico Estense, supportato anche da oltre duemila firme alla petizione popolare per riportare in Romagna la F1 –. E non ci fermeremo al Tar: abbiamo già agito con la Corte di Giustizia europea. Ma è possibile utilizzare fondi pubblici senza un gara e in maniera assolutamente discrezionale? E ancora: se Bernie Ecclestone alla fine non fosse convinto del piano di Monza, cos’accadrebbe?». Servono 22 milioni di dollari l’anno per ospitare una gara di F1: 12,5 sono sul piatto grazie a Roma, Imola avrebbe i restanti 10 (ma non ha il placet dell’Aci), Monza naviga in cattive acque.
SI RISCHIA un’Italia senza Gp. L’Aci, intanto, il 28 luglio ha blindato la propria scelta e ha dato mandato al presidente Angelo Sticchi Damiani di firmare il contratto con Ecclestone per il rinnovo di Monza. Unico astenuto: il nuovo presidente di Automobil Club Bologna, l’avvocato Federico Bendinelli. «Pur riconoscendo meriti a Monza, dico però che Imola ha almeno gli stessi diritti e per questo la soluzione ideale sarebbe l’alternanza fra le due sedi – ragiona Bendinelli, che in passato ha guidato l’autodromo di Imola e negli ultimi anni ha collaborato con Ecclestone –. L’obiettivo numero 1 è il mantenimento di un Gp in Italia. Dobbiamo farcela». Il Resto del Carlino
