Imola. Sesso e gioco d’azzardo banditi dai cartelloni pubblicitari

Niente messaggi sessisti e stop ai manifesti che strizzano l’occhio al gioco d’azzardo. Sono i due paletti che l’amministrazione è pronta a inserire nel regolamento relativo all’imposta comunale sulla pubblicità, dalla quale ogni anno entrano nelle casse comunali 1,1 milioni di euro. Le misure, che verranno discusse oggi dalla commissione competente, seguono gli ormai arcinoti correttivi varati a ottobre dopo il caso Cro.Mia con l’obiettivo, in quel caso, di separare le forme d’arte quali i murales su capannoni e negozi dai semplici disegni con fini promozionali. Si tratta, parlando in riferimento alle novità più recenti, dell’introduzione nel regolamento comunale dei principi contenuti nel Codice di autodisciplina pubblicitaria.

Il primo prevede il divieto di fare ricorso ad «affermazioni o rappresentazioni di violenza fisica o morale», stabilendo inoltre che la pubblicità non debba offendere le «convinzioni morali, civili e religiose dei cittadini» e rispetti «la dignità delle persone in tutte le sue forme ed espressioni evitando ogni forma di discriminazione, compresa quella di genere». E la mente va ai tanti manifesti che ciclicamente, spesso in occasione di San Valentino e dell’8 Marzo (l’ultimo episodio è stato registrato infatti la scorsa settimana a Cosenza a seguito della campagna pubblicitaria di un negozio di elettrodomestici), prendono di mira le donne con doppi sensi e allusioni a sfondo sessuale. Il piano sembra essere proprio quello di stroncare subito una moda che rischia di diffondersi anche in riva al Santerno.

La seconda modifica batte invece su un tasto sul quale l’amministrazione insiste ormai da tempo: la lotta al gioco d’azzardo. Secondo la Giunta, desta infatti «preoccupazione» il fenomeno della «sempre maggior diffusione dei giochi con vincite in denaro e del correlato crescente numero di casi di ludopatia», con conseguenti «gravissimi problemi personali, sociali ed economici dell’intero nucleo familiare del soggetto colpito da questo tipo di patologia». D’altro canto, il Codice di autodisciplina pubblicitaria tratta la materia mettendo nero su bianco una serie di dettami che il Comune condivide e per questo fa suoi.

Tra questi, il divieto di fare ricorso a «ogni dichiarazione o rappresentazione che sia tale da indurre in errore, anche per mezzo di omissioni, ambiguità o esagerazioni non palesemente iperboliche» su costi e probabilità di vincita. Inoltre, la comunicazione commerciale relativa ai giochi con vincita in denaro, d’ora in avanti anche quella che si vedrà sui manifesti in giro per la città, non deve in particolare «incoraggiare il gioco eccessivo, incontrollato o indebitamente associato a forti emozioni»; «sfruttare la passione sportiva per indurre a ritenere che chi ama lo sport non possa non giocare»; «negare che il gioco possa comportare dei rischi»; «suggerire che il gioco sia un modo per risolvere problemi finanziari o personali».

Alla luce della delibera che verrà votata giovedì dal Consiglio comunale, in futuro il committente di una pubblica affissione sul territorio imolese «è tenuto ad accettare il Codice di autodisciplina pubblicitaria» con «particolare riferimento ai principi espressi» nei due ambiti sopraindicati. «L’accettazione del Codice – recita il documento proposto dalla Giunta – può operare anche in chiave preventiva consentendo, nei casi dubbi, di invitare l’inserzionista pubblicitario a sottoporre il proprio messaggio allo scrutinio del Comitato di controllo». Il Resto del Carlino