Imprenditoria e Pubblica amministrazione: due pilastri che devono crescere insieme per FPI-CDLS

L’articolo recentemente pubblicato da Repubblica.sm dal titolo “Lo Stato deve incentivare l’imprenditoria. La figura di dipendente pubblico non deve essere un obiettivo” solleva un tema importante e condivisibile: la necessità, oggi più che mai, di sostenere e accompagnare i giovani verso percorsi di imprenditoria, soprattutto in settori chiave come l’agricoltura e il turismo rurale. Un plauso va certamente al Centro di Formazione Professionale per l’impegno concreto nella preparazione dei giovani operatori di domani.
È evidente che, in un’epoca di trasformazioni economiche e sociali profonde, lo Stato debba tenere per mano le nuove generazioni, aiutandole ad affrontare le incertezze e i rischi connessi all’avvio di un’attività autonoma. Tuttavia, non possiamo permetterci di inserire nel dibattito pubblico una contrapposizione netta tra la figura dell’imprenditore e quella del dipendente pubblico. Sarebbe unasemplificazione pericolosa e, francamente, controproducente.
La Pubblica Amministrazione non è un peso da sopportare né un rifugio per chi “non vuole rischiare”. Al contrario, è uno degli ingranaggi fondamentali del sistema Paese: è nei suoi Uffici che si producono servizi, si garantisce legalità, si facilita lo sviluppo e, cosa non secondaria, si generano entrate per lo Stato. Una PA efficiente, moderna, digitale e ben formata è il primo alleato di ogni imprenditore che vuole investire, aprire un’attività, ottenere un’autorizzazione, partecipare a un bando o a una gara d’appalto.
Il punto, dunque, non è “disincentivare” il lavoro pubblico, ma ripensarlo e potenziarlo, rendendolo più dinamico, meritocratico e attrattivo per i giovani talenti. Oggi troppo spesso la narrazione dominante riduce l’impiego pubblico a una scelta di sicurezza, dipinta come passiva, in contrasto con lo slancio creativo dell’imprenditore. Eppure, chi lavora nella PA, se motivato e formato, affronta sfide quotidiane complesse, gestisce processi delicati e produce un valore che, seppur meno visibile, è determinante.
È per questo che ridare dignità al settore pubblico deve essere una priorità. Non solo attraverso la modernizzazione dei processi e degli strumenti di lavoro, ma anche riconoscendo il valore delle persone che ogni giorno tengono in piedi la macchina dello Stato, garantendo servizi alla collettività e sostenendo, di fatto, lo sviluppo economico. In questo senso, ilprossimo rinnovo contrattuale del pubblico impiego rappresenta un’occasione cruciale per tradurre in fatti concreti questa dignità: riconoscere competenze, responsabilità e professionalità non è solo un atto di giustizia verso chi lavora, ma un investimento sull’efficienza dell’intero Paese.
Sì, quindi, a un Paese che investe con convinzione sui suoi giovani imprenditori. Ma sì, allo stesso modo, a una Pubblica Amministrazione che non venga messa a margine, ma riformata con serietà e lungimiranza. Perché un’impresa che nasce ha bisogno, accanto, di uno Stato che funziona.
Federazione Pubblico Impiego CDLS