Imprese: E-R;studio,2020 anno peggiore dopoguerra ma fiducia

(ANSA) – BOLOGNA, 02 MAR – Un 2020 che va in archivio come “il peggior anno dal dopoguerra” con un consuntivo “ancora
provvisorio perché la causa che ne è all’origine, la pandemia e
le conseguenti misure di protezione adottate nel tentativo di
limitarne la portata, sono ancora in essere” ma che ha
registrato nel quarto trimestre “conseguenze negative più
contenute rispetto ai trimestri precedenti” tanto che
l’esercizio 2020 si è chiuso con un calo della produzione al
10,4% rispetto all’anno precedente, quindi una recessione meno
grave di quella subita nel 2009 quando la flessione fu del
14,1%. E’ quanto emerge dall’indagine congiunturale relativa al
quarto trimestre 2020 sull’industria manifatturiera, realizzata
in collaborazione tra Unioncamere Emilia-Romagna, Confindustria
Emilia-Romagna e Intesa Sanpaolo.
    In base ai numeri raccolti, il fatturato complessivo si è
ridotto del 4,8% grazie alla migliore tenuta di quello estero
(-1,5%) mentre la produzione è arretrata del 5,8%. Tra i diversi
comparti , l’industria alimentare ha fatto segnare un leggero
passo indietro, anche se il più contenuto tra tutti i settori:
il fatturato si è ridotto dello 0,9%. All’estremo opposto è
stato il sistema moda a pagare lo scotto più pesante con il
fatturato complessivo sceso del 16,5%.
    Sul fronte finanziario, secondo l’analisi della Direzione
Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo, in Emilia-Romagna i
prestiti alle imprese hanno registrato una forte accelerazione
nel secondo semestre 2020, chiudendo l’anno ai massimi, con un
+6,7% anno su anno: in valore assoluto nell’arco dell’anno
l’aumento dello stock di prestiti è stato pari a 4,7 miliardi.
    Guardando al prossimo futuro, infine, l’indagine semestrale
di Confindustria Emilia-Romagna evidenzia un sentiment positivo
da parte delle imprese della regione: le “aspettative di
crescita della produzione e degli ordini, migliori rispetto a
sei mesi fa, danno il senso di una possibile ripresa
significativa. Il 37% degli imprenditori prevede un aumento
della produzione e il 35% una crescita degli ordini”. (ANSA).
   


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