L’orrore che si sta consumando in Burkina Faso, raccontato da Africa Express, solleva un grido di indignazione e dolore che non può e non deve essere ignorato. Questa storia, drammatica e straziantemente reale, richiede attenzione per due motivi fondamentali che vanno al di là delle linee di confine e delle divisioni religiose.
In primo luogo, mentre l’attenzione globale è giustamente focalizzata su conflitti come quello in Ucraina, dobbiamo ricordare che ci sono molte altre parti del mondo dove si combatte una guerra altrettanto brutale e devastante. Sono conflitti che spesso rimangono nell’ombra dei riflettori mediatici, ma che infliggono sofferenza con la stessa crudele intensità. Il Burkina Faso è solo uno di quei fronti dimenticati, dove il sangue dei civili innocenti si mescola alla polvere delle strade.
Il secondo motivo è ancora più profondo e sconcertante: la strage brutale e indiscriminata di uomini e donne, sia cristiani che musulmani, è una triste testimonianza del fatto che il vero nemico non sono le religioni, ma piuttosto gli individui che le manipolano e strumentalizzano per perseguire i propri interessi economici e politici. Le religioni diventano così meri pretesti dietro cui si nascondono l’avidità, il potere e l’odio.
Nonostante gli sforzi della giunta militare guidata da Ibrahim Traoré, che ha preso il potere con un colpo di Stato nel settembre 2022, i terroristi del Sahel continuano a seminare morte e distruzione, con incursioni che colpiscono la popolazione civile e le forze di sicurezza.
Lo scorso fine settimana, il male si è materializzato in assalti spietati. La chiesa di Essakane, un tranquillo villaggio nel nord del Paese, è stata teatro di un agguato mentre il sacerdote officiava la messa domenicale. Quindici fedeli hanno perso la vita nel vile attentato, mentre molti altri sono rimasti feriti. Ma la furia dei terroristi non si è limitata ai cristiani: un’aggressione ancora più sanguinosa ha colpito la moschea di Natiaboani, nel sud-est, durante la preghiera del mattino, causando decine di vittime tra i fedeli, incluso un rispettato leader religioso.
La paura si è diffusa anche in altre parti della nazione, con attacchi contro le forze di sicurezza e le comunità locali. Le scuole chiuse per motivi di sicurezza hanno privato migliaia di bambini dell’istruzione, derubandoli di un futuro migliore.
Nonostante le promesse di Traoré di ripristinare la sicurezza nelle aree colpite dal caos, la situazione rimane disperata. L’instabilità persiste, alimentata da interessi oscuri e dalla violenza cieca dei gruppi terroristici.
È giunto il momento che la comunità internazionale si mobiliti per porre fine alla spirale di violenza e disperazione. Così come l’Europa, anche il popolo del Burkina Faso merita la pace e la sicurezza che sono stati loro negati per troppo tempo. E mentre guardiamo con raccapriccio alle atrocità che si consumano nel cuore dell’Africa, dobbiamo tenere a mente che l’indifferenza non è solo un’opzione inaccettabile, ma uno spregevole atto di complicità.
David Oddone
(La Serenissima)