In un libro, la lezione di inclusione di Pino Daniele

(di Gioia Giudici) (ANSA) – MILANO, 18 NOV – Non solo un libro biografico, ma “una testimonianza di inclusione sociale, che spero possa essere
da esempio a chi si ferma davanti alla prima difficoltà”. Così
Alessandro Daniele descrive “Tutto quello che mi ha dato
emozione viene alla luce”, il libro che ha scritto su suo padre
Pino, edito da Rai Libri, che presenterà il 20 novembre a
Bookcity.
    “Mancava – racconta Alessandro Daniele all’ANSA – un libro
biografico su mio padre, che non amava mettersi in vetrina. È
difficile trovare un testo che parlasse solo della sua vita, io
ho cercato di raccontare come parlasse di sé grazie
all’arrangiamento, che non era solo un vestito: alcuni suoi
brani ritmicamente rappresentano un modo di muoversi,
gesticolare, camminare della sua generazione e della sua
Napoli”. Non solo il mitico “Mascalzone Latino”, mancato nel
2015, “era biografico nella musica”, ma “aveva la capacità di
trasferire stati d’animo attraverso gli accordi. Ogni tanto
diceva ‘è importante il sentimento’ ed è una frase che –
riflette il secondogenito del cantautore napoletano – ho capito
con il tempo”.
    Nella sua ricerca, lunga 4 anni, Alessandro – che ha lavorato
per quindici anni come personal manager del padre – ha
confrontato i suoi ricordi con quelli della famiglia e degli
amici, finendo per rievocare episodi dimenticati, ma “non voglio
portare il lettore a guardare la vita di mio padre dal buco di
serratura, voglio testimoniare soprattutto – sottolinea il
43enne – un’esperienza umana di inclusione sociale, che va dalla
discriminazione sociale a quella culturale e geografica tra Nord
e Sud, fino alla disabilità, perché papà ebbe un grave problema
agli occhi, mai risolto, ma non si fermò mai davanti al
problema. Ha dovuto cercare di adattarsi, ma non si è mai
limitato, andava persino in moto negli anni ’90. Sono aneddoti
che racconto nella speranza che possano ispirare i lettori a non
perdere mai la speranza”. Quello che il padre faceva con le
canzoni, il figlio oggi lo fa con la Fondazione Pino Daniele, da
lui diretta, e il progetto contro la povertà educativa “i suoni
delle emozioni”, cui andranno tutti i proventi del libro.
    “Quello di papà – chiosa il figlio – era un continuo invito a
reagire attraverso la musica”. Come faceva lo stesso Pino: “papà
ha sempre vissuto con disagio la popolarità, ha sempre cercato
di superare il problema di essere Pino Daniele. Alla fine il suo
equilibrio stava nel cambiamento, e nella solitudine trovava la
libertà per essere uomo e artista. Ognuno ha il suo Pino
Daniele, il mio – conclude il figlio – è quello solo con la sua
chitarra, lontano dai discografici e dalla gente”. (ANSA).
   


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