Per gli inquirenti l’immobiliarista campano pagava il manager pubblico Marco Gasparri per avere informazioni privilegiate sui bandi di gara. Sequestrati anche 100mila euro, perquisito Italo Bocchino.
Corruzione nell’ambito dell’inchiesta su Consip, la società del ministero del Tesoro che si occupa di controllare e gestire gli appalti per il pubblico. E’ questa l’accusa con cui la Procura di Roma ha arrestato l’imprenditore di origini campane Alfredo Romeo, che proprio oggi compie 64 anni. L’indagine che ha portato al provvedimento di custodia cautelare in carcere ai danni di Romeo è la stessa, partita da Napoli e arrivata a Roma, in cui sono stati iscritti nel registro degli indagati, seppur con ipotesi di reato diverse, il ministro dello Sport Luca Lotti, Tiziano Renzi (il padre dell’ex premier), il generale Tullio Del Sette (comandante dei carabinieri) e il generale Emanuele Saltalamacchia(comandante dei carabinieri della Toscana).
Alfredo Romeo è stato arrestato dal comando Carabinieri tutela ambiente, dai militari dell’Arma di Napoli e dai finanzieri del Nucleo di polizia tributaria di Napoli. L’episodio contestato all’imprenditore campano è quella della presunta corruzione(per funzione) di Marco Gasparri, direttore Sourcing Servizi e Utility di Consip, in pratica il settore che si occupa delle gare per l’acquisto dei servizi per tutte le amministrazioni. Secondo gli inquirenti, il manager pubblico riceveva da Alfredo Romeo(indagato anche per associazione per delinquere) consistenti somme di denaro in cambio di informazioni privilegiate in grado di favorire le società di Romeo nell’assegnazione di alcuni bandi di gara. In mattinata, è stato anche disposto il sequestro patrimoniale di 100mila euro: secondo gli investigatori si tratta del provento della corruzione di Gasparri. Quest’ultimo, difeso dall’avvocato Alessandro Diddi, non è stato arrestato perché ha collaborato con gli inquirenti e ha fornito molti particolari utili al prosieguo delle indagini. Eseguite anche alcune perquisizioninelle abitazioni di altri indagati nell’ambito della stessa inchiesta. In tal senso, gli investigatori hanno fatto visita all’ex parlamentare di An e del Pdl Italo Bocchino e a un faccendiere toscano, anche lui finito nell’indagine della procura di Roma. Il Fatto Quotidiano