Inchiesta nomine Raggi: perquisizioni in Campidoglio. La sindaca: “Nulla da nascondere”

RaggiEntra nel vivo l’inchiesta sulle nomine in Campidoglio deliberate dalla giunta Raggi nei primi cinque mesi di governo. Ieri un gruppo di ufficiali in borghese della Guardia di finanza si è presentato a Palazzo Senatorio per acquisire tutti i documenti, compresi pareri e determine sui compensi, relativi alle assunzioni effettuate dalla sindaca di Roma. Una mole di atti, portata via in una serie di scatoloni, che verrà ora messa a disposizione dell’autorità giudiziaria. Probabilmente per confluire nel fascicolo, ancora senza indagati né ipotesi di reato, aperto in seguito all’esposto presentato dall’ex capo di gabinetto Carla Romana Raineri.

Nel mirino ci sarebbe, soprattutto, la nomina di Salvatore Romeo, il funzionario comunale vicino ai cinque stelle che dopo la vittoria alle amministrative si è messo in aspettativa dal Campidoglio per essere riassunto dallo stesso ente al triplo dello stipendio come capo della segreteria politica della sindaca. Un reclutamento già giudicato anomalo dall’autorità Anticorruzione guidata da Raffaele Cantone. Dunque nel giorno in cui Grillo sbarcava nella capitale anche per affrontare l’ennesimo “caso Roma” aperto dalle dimissioni dell’assessora all’Ambiente Paola Muraro cui è stato recapitato un avviso di garanzia, negli uffici del Comune entrava la Finanza per ordine della Procura.

“Perquisizioni? Nulla da nascondere. Viriginia Raggi affida a un tweet il suo primo commento – Ho messo a disposizione i documenti richiesti in assoluta serenità”. “Questa vicenda sta assumendo toni ridicoli – aggiunge poi la sindaca nel corso della conferenza stampa sulle partecipate – La magistratura lavorerà, sono atti dovuti ed è follia pensare che non siamo disponibili a collaborare con l’autorità giudiziaria.

“È ‘simpatico’ che tutto questo sia stato fatto dall’ex capo di Gabinetto, che di fatto è stata nominata con una procedura che io ritenevo illegittima, tanto che ho chiesto un parere all’Anac. Io volevo utilizzare un’altra procedura, invece mi è stato proposto di usare quella ex articolo 110. Io ho chiesto un parere all’Anac, e l’Anac si è pronunciata, sanzionando questa forzatura alla quale ero stata indotta sulla base di un parere difforme da quelli precedenti dell’Avvocatura”, ha concluso Raggi.

Le reazioni. All’attacco il Pd con le senatrici Monica Cirinnà e Alessia Morani. “Neanche sette mesi al governo della citta’ e gia’ assistiamo alla Guardia di Finanza che perquisisce gli uffici del Campidoglio per illegalita’”, dice Cirinna’. Per Morani “con le ultime vicende romane si conferma che Grillo è un moralista ad assetto variabile: Torquemada con gli altri, Ponzio Pilato con i suoi”. Nessun commento sulle perquisizioni in Campidoglio della Guardia di Finanza per acquisire documenti sull’attività della giunta Raggi da parte leader del M5S Beppe Grillo, che si trova a Roma. Percorrendo a passo svelto il tragitto che lo separa dall’hotel al taxi e viceversa, Grillo ha evitato di rispondere a domande sulla sindaca pentastellata.

Nessuna risposta ai cronisti nemmeno di Davide Casaleggio, anche lui nella capitale. Tranquilli, invece, si dicono gli altri esponenti cinquestelle. “La verifica l’aveva chiesta il Movimento 5 Stelle. Io sono tranquillo. Quello che ci interessa è che si faccia chiarezza il prima possibile”, commenta il deputato M5S Alessandro Di Battista. Dello stesso avviso anche il vicesindaco Daniele Frongia: “Non so cosa sia stato fatto ma non abbiamo nulla da nascondere”.

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