PUR DI DARE un padre a suo figlio, ne ha ‘falsiaficato’ uno. Un uomo che ha accettato di riconoscere il piccolo dietro, sospettano gli inquirenti, lauto compenso. Un falso clamoroso che l’altra sera ha fatto scattare le manette ai polsi di una brasiliana, di 35 anni, ora confinata agli arresti domiciliari, con l’accusa di alterazione di stato, un reato che prevede una pena dai 5 a 15 anni di carcere. Indagati anche il finto padre e la moglie di questo.
A SCOPRIRE e a ricostrire l’intera storia sono stati i carabinieri del Nucleo investigativo di Rimini. Nell’ambito di un’altra inchiesta i militari stanno ascoltando infatti alcune telefonate intercettate, quando sentono una donna parlare di come l’uomo che ha riconosciuto suo figlio non sia in realtà il vero padre e che tutto è stato organizzato a tavolino. Gli investigatori decidono naturalmente di approfondire la vicenda che ha dell’incredibile, e alla fine riescono a ricostruire l’intero quadro. La mamma in questione è una brasiliana che di professione fa la prostituta. Qualche anno fa è rimasta incinta di un giovane italiano di buona famiglia, il quale quando ha saputo che aspettava un figlio da lei, ha pensato bene di darsela a gambe, dicendo chiaro e tondo che non avrebbe mai riconosciuto il bambino. Ma lei voleva un padre a tutti i costi, e ha pensato bene di rivolgersi alla sua migliore amica, una connazionale che ha sposato un riminese. Alla coppia, la brasiliana chiede che il marito riconosca il piccolo come suo. Questi all’inizio le rispondono picche, ma alla fine si ‘convincono’, e quando il bimbo nasce l’uomo va all’anagrafe e dichiara che è suo figlio.
I CARABINIERI hanno ormai in mano tutti gli elementi, e con quelli vanno dal magistrato. Il sostituto procuratore, Paolo Gengarelli, dispone subito il fermo della donna che martedì sera viene arrestata. La brasiliana, difesa dall’avvocato Giuliano Renzi, è stata sentita ieri mattina direttamente dal magistrato. In lacrime ha confessato tutto, raccontando che non voleva rinunciare a quel figlio, ma che con il lavoro che faceva doveva dargli un padre a tutti i costi. Gengarelli ha disposto che la donna andasse ai domiciliari, in modo che possa occuparsi del bambino. Il magistrato ha inviato anche gli atti al Tribunale dei minori di Bologna che con l’Ufficio di stato civile dovrà decidere cosa fare. Grazie al falso padre, il bimbo è infatti cittadino italiano, uno stato che potrebbe essere revocato.
Resto del Carlino