Un divario che non si accorcia, ma che anzi si amplia: è quanto emerge dall’analisi europea diffusa da Attiva-Mente, associazione sammarinese membro di ENIL (European Network on Independent Living). Lo studio, pubblicato a livello internazionale, fotografa una realtà preoccupante: a 25 anni dall’adozione della Direttiva europea contro la discriminazione nel lavoro, le persone con disabilità continuano a rimanere indietro rispetto a chi non presenta disabilità.
«Nonostante gli investimenti, le politiche europee hanno privilegiato soluzioni segreganti come il lavoro protetto», denuncia l’associazione, «sacrificando misure realmente inclusive come il lavoro assistito e contraddicendo i principi della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità (CRPD)».
Il comunicato ricorda che San Marino, pur avendo ratificato la CRPD nel 2008, «non dispone ancora di una legge organica pienamente coerente con i suoi principi». Una lacuna che, secondo Attiva-Mente, dimostra come «le persone con disabilità vengano ancora percepite più come un peso che come una risorsa, e come il pieno accesso al mondo del lavoro resti un traguardo ancora lontano».
Un problema già segnalato in altre occasioni dall’associazione, che critica duramente la lentezza del percorso politico: «Denunciamo da mesi la moltiplicazione di tavoli istituzionali, che non fa altro che allungare tempi già infiniti e rendere le decisioni frammentarie e poco condivise, senza informare le persone direttamente interessate».
A rendere la situazione ancora più paradossale è, secondo Attiva-Mente, il fatto che «nel 2023 era già stata consegnata una proposta di legge completa, frutto di una consulenza tecnica: un testo ambizioso e coerente con la CRPD, che prevedeva collocamento mirato, incentivi, accomodamenti ragionevoli, sanzioni per chi non adempie e un sistema di valutazione aggiornato». Un documento che, a oggi, non è chiaro se sia stato effettivamente preso in considerazione dalle Istituzioni.
Il tema è stato anche al centro della conferenza internazionale organizzata a San Marino a maggio insieme a ENIL. «Abbiamo ribadito che lavoro e autodeterminazione non sono concessioni discrezionali, ma diritti umani fondamentali», sottolinea Attiva-Mente.
Uno sguardo va anche oltre confine, all’Italia, che con il Decreto Legislativo n. 62/2024 ha introdotto innovazioni strutturali: definizione aggiornata di disabilità, valutazione multidimensionale, progetto di vita individuale e riconoscimento dell’“accomodamento ragionevole”. «Un passo significativo – commenta l’associazione – che potrebbe offrire spunti utili anche per la Repubblica di San Marino».
Il comunicato si chiude con un appello diretto alle istituzioni: «Il diritto al lavoro è uno dei pilastri della piena cittadinanza. Continuare a rimandare significa rendersi complici di esclusione e discriminazione. È tempo che l’inclusione lavorativa non resti un sogno ma diventi un obbligo concreto, per tutti, a San Marino e ovunque».