Per la politica sammarinese le pause sono state poche. Se infatti a livello ufficiale incontri e riunioni non erano in agenda, questo non vuol dire che non siano avvenute, anzi, l’ultima proprio il fine settimana appena concluso, anche se pure prima di Natale e addirittura tra Natale e Capodanno, esponenti soprattutto della Dc e di Ap si sono incontrati per elaborare il piano operativo che dovrà caratterizzare i prossimi appuntamenti del Patto per San Marino. Si sta infatti cercando di delineare quelli che saranno i punti principali e in un certo senso “imprescindibili” sui quali puntare l’azione di governo e maggioranza nelle prossime settimane. Punti su cui sarà chiesta la piena condivisione di tutto il Patto. Ma già qui c’è il rischio di scontrarsi con il primo scoglio. L’asse Dc-Ap che trova sostanzialmente appoggio anche negli altri partiti di maggioranza, in molti casi considerati dai due partiti stessi “gregari” delPatto, pur se necessari nei numeri, ma non trova invece più l’appoggio incondizionato degli Eps che da oltre un anno hanno dimostrato di porsi come “coscienza critica” della maggioranza. Ma il passo verso l’uscita sembrerebbe breve data l’alleanza cono i DdC e l’annuncio congiunto di riuscire a fare vita a un nuovo soggetto politico entro gennaio. Se a questo si aggiunge il voto di astensione alla finanziaria e i voti persi sulla nomina del presidente di Bcsm si capisce bene perché tra diversi esponentiesponenti del Patto, in particolare Noi Sammarinesi, ma anche all’interno della stessa Dc e di Ap ci siano pressioni perché gli Eps vengano espulsi da governo e Patto. L’eventuale fuoriuscita tuttavia metterebbe ancora più a rischio la stabilità del governo e sembra che lo stesso neo segretario Dc Marco Gatti non sia propenso ad azioni drastiche. Inoltre c’è da chiarire anche i voti mancanti nelle ultime votazioni, questione che per bocca del segretario alle Finanze Pasquale Valentini, deriva proprio dalla Dc. Senza un ulteriore chiarimento anche interno, sarebbe impossibile operare scelte di questo tipo in seno alla maggioranza. Meglio quindi – e a questo sarebbero servite le riunioni di questi giorni – stabilire un ordine di priorità dei provvedimenti da adottare e cercare all’interno della maggioranza la massima condivisione possibile su ogni singolo atto ritenuto necessario. Anche perché, su singoli provvedimenti, sarebbe poi più facile – solo sulla carta – trovare anche qualche sponda amica tra le fila dell’opposizione. Ma ormai, Psd e Psrs (i due partiti corteggiati dalla Dc) hanno fatto sapere che non sono disponibili a supportare la maggioranza, e nel Patto stesso sono consapevoli che unu eventuale appoggio o allargamento sarebbe possibile solo tramite l’ufficializzazione di un’alleanza che dovrebbe portare poi elezioni a breve termine, nell’arco di sei mesi. Contemporaneamente è tornata a circolare l’ipotesi di cercare di eliminare i dissidi interni con “promozioni”. Una sorta di messa in pratica del detto “promuovere per rimuovere”. La più eclatante riguarderebbe la possibilità di offrire all’ex segretario alle Finanze Gabriele Gatti la presidenza della Cassa di Risparmio di San Marino. Nomina che porterebbe così Gatti a lasciare il posto di consigliere. Scelta che trova però la contrarietà di diverse anime del Patto, da Ns ad alcuni elementi di Ap e Dc, e soprattutto del presidente della Fondazione Carisp Tito Masi, e poiché la Fondazione detiene il 100% della proprietà di Carisp, l’ok di Masi sembra uno scoglio abbastanza ostico. Intanto in settimana riprenderà l’attività politica con la riunione del congresso di Stato e il primo vertice di maggioranza, questa volta anche con gli Eps, rimasti fuori dal giro di incontri e consultazioni che si sono tenuti, ovviamente non ufficialmente, in questi giorni. E non dovrebbe essere una riunione semplice. Si sta pensando infatti di riunire sia l’esecutivo del Patto ma assieme anche ai consiglieri, proprio perché la maggioranza ha bisogno di ritrovare compattezza, almeno sui singoli provvedimenti.
San Marino Oggi