
Un gruppo di militanti, autodefinitosi “V-V” per “guerrieri della doppia V cerchiata”, sarebbe attivo in più città italiane, tra cui Rimini. Secondo le fonti investigative, la rete operava attraverso canali Telegram, dove era presente una struttura segreta di comunicazione con chat e canali dedicati.
L’indagine principale, condotta dalla Procura di Torino, si concentra sul ramo torinese del gruppo, guidato da un uomo di 55 anni di Ivrea. Quest’ultimo, insieme ad altri 11 soggetti, è accusato di aver organizzato azioni di imbrattamento di muri con scritte contro i vaccini Covid. Le attività erano accompagnate da un percorso di formazione che includeva test, questionari e colloqui in videochiamata, finalizzati a preparare i partecipanti alle azioni di vandalismo.
Le indagini hanno ricostruito come il gruppo fornisse ai militanti strumenti e istruzioni, comprese vernici e radiotrasmittenti, per mettere in atto le loro attività in diverse città italiane, tra cui Roma, Bergamo, Mantova, Bari, Modena e Rimini. La rete si presentava come una vera e propria organizzazione con un sistema di comunicazione segreto e strutturato, con l’obiettivo di coordinare le azioni di protesta e di imbrattamento in varie aree del paese.