Indagine sulla morte di due alpinisti romagnoli sul Gran Sasso: si cercano risposte

La Procura di Teramo ha avviato un’inchiesta sulla morte di Luca Perazzini e Cristian Gualdi, due alpinisti di Santarcangelo di Romagna, i cui corpi sono stati recuperati il 27 dicembre scorso sul Gran Sasso. I due uomini, sorpresi da una violenta tempesta di neve e vento, erano scivolati in un canalone durante la discesa, rimanendo bloccati a circa 2.700 metri di altitudine.

L’indagine è stata aperta dopo un esposto presentato dal fratello di Perazzini, assistito dagli avvocati Francesca Giovanetti e Luca Greco. Gli inquirenti, coordinati dalla Procura di Teramo, hanno già iniziato a interrogare testimoni e a raccogliere prove, incluse le registrazioni video dai telefoni dei due alpinisti. Al momento, il fascicolo è aperto contro ignoti.

Nel documento di denuncia, gli avvocati hanno sollevato varie questioni, tra cui la decisione di non chiudere la funivia di Monte Cerreto, nonostante l’allerta meteo emessa dalla Protezione Civile il 22 dicembre. Un altro punto di attenzione riguarda la risposta dei soccorsi: il primo allerta da parte di Gualdi al numero 112 è stato effettuato alle 14:56, quando le condizioni meteorologiche non erano particolarmente avverse. I due alpinisti hanno effettuato in totale 17 telefonate ai soccorritori, l’ultima delle quali avvenuta quattro ore dopo il primo contatto.

Infine, si intende anche esaminare la segnaletica presente nella zona per valutare se eventuali mancanze possano aver contribuito a disorientare i due alpinisti. I familiari di Luca e Cristian hanno sottolineato più volte la preparazione e l’esperienza dei due uomini, esprimendo la volontà di comprendere se siano state adottate tutte le misure necessarie per prevenire l’accaduto.