Indagini sul caso Garlasco: identificato il DNA di «Ignoto 3» nel tampone del 2007

Le autorità italiane continuano a lavorare sul caso Garlasco, con particolare attenzione al profilo genetico di «Ignoto 3» emerso in relazione all’indagine sulla morte di Chiara Poggi. Dopo 18 anni, un nuovo elemento ha riacceso le indagini: il confronto genetico sul tampone orale prelevato durante l’autopsia del 2007 ha rivelato un profilo genetico completo, attribuibile con certezza a una singola persona.

L’indagine si sta concentrando su due fronti principali. Il primo riguarda la possibile presenza di un «complice» di Andrea Sempio, ora indagato, e si sta ricostruendo il contesto sociale dell’allora 19enne. Gli investigatori stanno intervistando ex compagni di scuola, professori e amici di Sempio, con l’obiettivo di individuare eventuali rapporti o connessioni inaspettate, oltre alla rete di amicizie già nota con Marco Poggi e altri soggetti.

Il secondo filone riguarda invece un’ipotesi che coinvolge personale tecnico, investigatori o operatori sanitari che avrebbero potuto avere accesso al cadavere o ai campioni biologici. Si stanno esaminando i ruoli di coloro che hanno partecipato a sopralluoghi, analisi o esami, tra cui membri delle forze dell’ordine, medici legali, personale delle pompe funebri e tecnici del Ris. Tra questi, figura anche l’ex comandante del Ris di Parma, Luciano Garofano, che ha commentato pubblicamente sulla possibilità di contaminazioni dovute a procedure non sterili durante il prelievo.

L’analisi genetica condotta dalla perita Denise Albani ha confermato che il DNA di «Ignoto 3» è presente nel campione centrale del tampone, con un profilo genetico completo, comprensivo di DNA nucleare e linee paterne e materne. Questo risultato esclude ogni dubbio sulla singola identità della persona, come sottolineato dai legali di Alberto Stasi, coinvolto nel procedimento.

Le autorità stanno inoltre cercando di identificare eventuali testimoni tra i professionisti e il personale coinvolto negli esami del 2007, con l’obiettivo di chiarire le circostanze e le eventuali contaminazioni del campione. Da parte delle forze dell’ordine, si prosegue con interrogatori e analisi di documenti, nel tentativo di mettere insieme tutti gli elementi utili a comprendere l’origine di questo DNA sconosciuto.

Per il momento, l’indagine si concentra sulla verifica di ogni possibile contatto tra il «soggetto misterioso» e le procedure investigative o sanitarie dell’epoca, per chiarire l’origine del DNA e valutare eventuali responsabilità o contaminazioni.