Infezioni ospedaliere, colpiscono l’8-10% dei pazienti

infermiereIn terapia intensiva la percentuale raggiunge il 15%
Durante il ricovero in ospedale, l’8-10 % dei pazienti contrae un’infezione, che spesso si manifesta come polmonite. Ma in terapia intensiva la percentuale sale ulteriormente, fino a raggiungere il 15%. Lo ha spiegato, durante il II Workshop Pneumologico del Centro Italia che si è tenuto dal 9 all’11 giugno a Roma, il dottor Francesco Menichetti, Direttore della Unità Operativa di Malattie infettive dell’Ospedale di Pisa. Secondo l’esperto, il maggior problema è rappresentato dalla mancanza di opzioni terapeutiche innovative, capaci di contrastare l’antibiotico-resistenza dei germi. In molti casi, infatti, le infezioni ospedaliere sono causate da batteri multiresistenti o addirittura panresistenti agli antibiotici, in grado quindi di sopravvivere all’azione dei farmaci.

“La letalità delle setticemie da Klebsiella pneumoniae MDR può raggiungere il 50% nei pazienti che hanno una sepsi grave od uno shock settico si arriva all’80% – osseva il dottor Menichetti -. In terapia intensiva sino al 20% dei pazienti sottoposti a ventilazione meccanica prolungata è a rischio di sviluppare polmonite. Sono problemi importanti che richiedono precise azioni di contenimento”.

L’esperto evidenzia la necessità d’individuare nuovi sistemi capaci di fare fronte alla presenza di germi resistenti in ospedale. “Ci vuole, innanzitutto, una strategia complessiva che sia politica e tecnica, che coinvolga l’Ospedale e i medici della Comunità, per poter riconsiderare gli antibiotici farmaci preziosi da non sprecare e da usare correttamente, in modo da ridurre la pressione selettiva – sottolinea Menichetti -. La seconda mossa è quella di limitare la diffusione dei germi resistenti in ospedale, rinforzando l’infection control, bloccando quindi la diffusione del contagio. Bisogna tornare, infine, ad allocare risorse economiche e a scommettere nuovamente sulla ricerca indipendente. Solo in questo modo è possibile fronteggiare la sfida della resistenza antimicrobica”.

Il Sole 24 Ore.com