“Inizia il Papeete di Conte”. Cosa può accadere nel M5S

Per i grillini è un semplice atto per evitare di schierarsi nettamente per il “no”, ma in realtà si tratta di un precedente che rischia di innescare una inevitabile conseguenza politica. Quella di oggi può rappresentare la fase iniziale di una possibile crisi di governo, visto che il Movimento 5 Stelle non ha preso parte alla votazione alla Camera sul decreto Aiuti. Una mossa che ha subito alzato un polverone politico tra i partiti di maggioranza. Così l’ombra di uno scossone avanza sempre di più.

Occhi sul Senato

Ora gli occhi sono puntati tutti sul Senato, dove giovedì è attesa la votazione unica sulla fiducia e sul provvedimento. A Palazzo Madama i grillini potrebbero uscire dall’Aula, ma nei fatti ciò verrebbe visto come una sfiducia al governo. Ecco perché il premier Draghi potrebbe salire al Quirinale, per parlare con il capo dello Stato Sergio Mattarella su quanto successo. “È molto probabile“, riferiscono fonti vicine al presidente del Consiglio in merito a una possibile visita al Colle.

Le acque sono agitate, anche perché in gioco c’è l’alleanza con il Partito democratico. Andrea Marcucci del Pd ha reagito subito: “La scelta politica del M5S è grave. Indebolire o mettere a rischio il governo in queste settimane è da scellerati“. A tutto ciò si aggiunge l’avvertimento di Dario Franceschini, che pochi giorni fa ha messo le mani avanti: se i 5 Stelle escono dal governo, l’asse giallorosso non si potrà presentare compatto alle prossime elezioni politiche.

L’ira di Forza Italia

Dal suo canto Forza Italia non ha nascosto l’irritazione per quanto fatto dal Movimento. Innanzitutto il leader Silvio Berlusconi ha chiesto al premier Mario Draghi una verifica della maggioranza per capire quali forze politiche hanno la volontà di sostenere il governo “non a fasi alterne e per tornaconti elettorali, ma per fare le riforme e tutelare gli interessi degli italiani“. Il Cav ha parlato di “logica politicamente ricattatoria“, invitando il presidente del Consiglio a prendere atto di ciò che è accaduto.

Per Paolo Barelli siamo davanti a un fatto “eccezionale per non dire grave“, visto che il M5S non ha partecipato al voto su un provvedimento che prevede oltre 20 miliardi di euro da erogare a favore dei cittardini e del sistema Paese. Il capogruppo di Forza Italia alla Camera ritiene che le motivazioni poste “assomigliano di più a quelle di un partito di opposizione“.

Secondo Matilde Siracusano la decisione di oggi di non partecipare al voto finale sul decreto Aiuti non lascia spazio a libere interpretazioni: “Il Movimento 5 Stelle si colloca di fatto fuori dalla maggioranza che sostiene il governo Draghi“. La deputata azzurra è convinta che dopo tutti questi passaggi travagliati in Parlamento “nulla sarà più come prima“.

“Inizia il Papeete di Conte”

Ettore Rosato, presidente di Italia Viva, non ha alcun dubbio: l’atteggiamento del M5S è un altro passo verso il tentativo di far cadere il governo guidato da Mario Draghi. “Inizia il Papeete di Conte“, ha scritto Rosato sul proprio profilo Twitter. Il renziano ha fatto riferimento alla decisione di Matteo Salvini di mandare in soffitta l’esecutivo gialloverde nell’agosto 2019, con la sola differenza che allo stato attuale ci sono fortissimi timori per la crisi economica e internazionale, con tanto di guerra in corso tra Ucraina e Russia.

Secondo Teresa Bellanova il fatto di non aver votato il dl Aiuti “significa essere già automaticamente fuori dal perimetro” del governo Draghi. La senatrice di Italia Viva ha accusato i 5 Stelle di muoversi con l’obiettivo di creare degli incidenti di percorso in Parlamento “per ottenere maggiore visibilità e un rimpasto che garantisca ulteriori ruoli di governo“. E ha imputato a Conte la colpa di non avere senso di responsabilità poiché il suo vero traguardo è rappresentato dalle “postazioni di potere“.


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