Iniziata la riunione governo sindacati sul dl lavoro

E’ iniziato a palazzo Chigi l’incontro tra il governo e le parti sociali sul decreto lavoro che domani sarà all’esame del Consiglio dei ministri. Per l’esecutivo sono presenti la premier Giorgia Meloni, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, la titolare del lavoro Marina Calderone, i sottosegretari Alfredo Mantovano e Giovan Battista Fazzolari, la viceministro al lavoro Maria Teresa Bellucci ed il sottosegretario al lavoro Claudio Durigon. All’incontro sono presenti Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, e Gianna Fracassi, vicesegretario generale. Luigi Sbarra, segretario generale della Cisl, e Giulio Romani, segretario confederale. Per la Uil Pierpaolo Bombardieri, segretario generale, e Manuela Pellegrino, coordinatrice della segreteria. Per l’Ugl sono presenti Francesco Paolo Capone, segretario generale, e Fiovo Bitti, dirigente confederale

“Non dico nulla, sono venuto da voi per un saluto e per esprimervi solidarietà visto che state lavorando di domenica sotto la pioggia”. Con questa battuta, il leader della Cgil Landini si è rivolto ai cronisti fuori palazzo Chigi dove era arrivato per l’incontro tra il governo e le parti sociali sul decreto lavoro.

“Andiamo a sentire cosa ci dice la Presidente del Consiglio, abbiamo però la sensazione che viva nel metaverso. Quindi abbiamo portato con noi la vita reale: una ragazza, una precaria, e faremo parlare lei”, ha detto da parte sua il segretario Uil Bombardieri al suo arrivo a Palazzo Chigi. Con lui entra Manuela, “precaria da sette anni” nel settore del trasporto aereo: “Ho 36 anni – dice – continuo a non avere stabilità e a non poter programmare nulla della mia vita. Non ho la possibilità di costruire una famiglia. Da anni vorrei avere dei figli ma questa instabilità non mi permette di fare nulla: sono ferma, vivo giorno dopo giorno. Non so cosa mi aspetta domani”. “Questo decreto aumenta la precarietà”, sottolinea
quindi il segretario generale della Uil.

Nell’incontro, Meloni – a quanto si apprende – ha spiegato che “Il Cdm di domani prenderà provvedimenti utili per il mondo del lavoro, che variamo in un giorno simbolico e sui quali riteniamo utile un confronto preventivo con le organizzazioni sindacali. Non è un appuntamento una tantum ma un ulteriore segnale del fatto che il governo ritiene il confronto con le parti sociali molto importante, in un momento particolare in cui abbiamo tante sfide da affrontare per la nostra Nazione. D’altro canto vi sono anche buone notizie,  per esempio il fatto che gli hedge fund hanno smesso di scommettere contro l’Italia”.

“L’incontro di oggi quindi non è esaustivo rispetto al nostro dialogo, anche perché l’iter del provvedimento che approveremo domani sarà abbastanza lungo. Quindi serve un dialogo serio, costruttivo, sia sul lavoro sia su tutte le materie che affronteremo: PNRR, RepowerEU,
correzioni su come spendere le risorse, politica salariale e conseguente lotta all’inflazione, riforme, che affronteremo nelle prossime settimane”, ha aggiunto. 

“Nei provvedimenti di domani – ha spiegato – ci sono anche norme significative in tema di sicurezza sul lavoro, anche questo è un bel modo di celebrare il primo maggio. Arriviamo al 6% del taglio sotto i 35.000 euro e al 7% sotto i 25.000 euro, fino alla fine dell’anno”, sottolineando che “la priorità del governo comunque è alleggerire la pressione fiscale sul costo del lavoro. Abbiamo approvato il Def, che ha liberato risorse che abbiamo dedicato completamente a taglio del cuneo fiscale. Avevamo già dato un segnale con la legge di bilancio, mantenendo i due punti di taglio già decisi dal precedente governo per i salari sotto i 35.000 euro e aggiungendo un ulteriore punto”.

LA BOZZA DEL DECRETO

Il taglio del cuneo fiscale e contributivo per cinque mesi salirà di altri quattro punti. Lo prevede l’ultima bozza del decreto lavoro che il governo presenta ai sindacati e che il primo maggio approda in consiglio dei ministri. All’articolo 34 si stabilisce come per i periodi di paga dal 1 luglio 2023 al 30 novembre 2023, senza ulteriori effetti sul rateo di tredicesima, la misura dell’esonero è elevata da due punti a sei punti percentuali per i redditi fino a 35mila euro e a sette punti per i redditi fino a 25mila euro. 

Per il nuovo strumento dell‘assegno di inclusione il governo prevede l’autorizzazione di una spesa complessiva di oltre 5,4 miliardi di euro nel 2024 e oltre 5,6 miliardi di euro nel 2025 e 2026. E’ quanto emerge dall’ultima bozza del decreto lavoro. 

Per la prosecuzione del Reddito di cittadinanza si prevede una spesa di 384 milioni quest’anno, mentre per lo Strumento di attivazione al lavoro, che entrerà in vigore il primo settembre, è prevista una spesa di 276 milioni nel 2023 e di 2,1 miliardi nel 2024, spesa che poi scende negli anni successivi.

 Il tetto dei fringe benefit detassati per i lavoratori dipendenti con figli a carico sale a 3mila euro. “Limitatamente al periodo d’imposta 2023 – si afferma – non concorrono a formare il reddito il valore dei beni ceduti e dei servizi prestati ai lavoratori dipendenti con figli a carico, nonché le somme erogate o rimborsate ai medesimi dai datori di lavoro per il pagamento delle utenze domestiche del servizio idrico integrato, dell’energia elettrica e del gas naturale entro il limite complessivo di euro 3.000”.


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