I sammarinesi, che amano il loro “paese” e che, pur con diverse tendenze ideologiche, sono lontani dalla politica, dai suoi intrallazzi, segreti, tradimenti e amori improvvisi, speravano in una campagna elettorale civile e collaborativa che non creasse ulteriori fratture fra i cittadini. Una campagna elettorale dove si attendeva una ventata di rinnovamento e avvicendamento di una parte della classe politica, in particolare quella che volutamente o inconsciamente si è resa partecipe dello sfacelo del “paese” per aver permesso a personaggi della finanza di operare indisturbati. Niente di tutto ciò. Nessun passo indietro di chicchessia, tutti in prima linea e nessuna campagna elettorale all’insegna del «volemose bene» per il bene della Repubblica. La macchina del fango è già in moto, e siamo solo all’inizio. Chissà a cosa dovranno assistere gli elettori prima del 9 giugno, sempre più contrari nel condividere un certo modo di interpretare la politica da parte di coloro che hanno scelto come loro rappresentanti.
(LO STRADONE)