L’estate del 2010 determinerà profondi cambiamenti nel sistema economico sammarinese.E’ quello bancario e finanziario il comparto che subirà i riassestamenti più importanti ridefinendo equilibri, dimensioni e peso economico.Un sistema che sta cambiando velocemente anche sotto le bordate dei provvedimenti legislativi italiani.Dopo il commissariamento di Delta è arrivato anche quello del Credito di Romagna.L’ordine di scuderia dei nostri potenti vicini sembra essere quello di isolare il sistema bancario e finanziario sammarinese da quello italiano, con la contestuale creazione di un importante “cordone sanitario”.Ecco allora l’interessamento dei nostri maggiori istituti per la Banca Agricola Sammarinese, detenuta storicamente dall’Unicredit e indotta a mettere sul mercato la sua partecipata in terra straniera.In lizza la Cassa di Risparmio e la Banca di San Marino in un “tourbillon” di due diligence, offerte e contro offerte.In vista anche accorpamenti e cessioni a gruppi esterni delle altre banche, quelle così dette minori.Insomma quello che aspetta il sistema bancario è una rivoluzione indotta che cambierà gli assetti e gli equilibri di potere.Chi in passato ha avuto vita relativamente facile, oggi si deve confrontare con nuove situazioni quali la limitatezza del nostro mercato interno, la necessità di capitalizzare in maniera significativa le banche, una riorganizzazione che non può non passare purtroppo anche attraverso il taglio di decine di posti di lavoro.Quello che resta un mistero è come ciò possa avvenire in assenza di un presidente di Banca Centrale la cui nomina tarda a venire.Chissà, magari in uno scenario di fantaeconomia e nell’ambito di una reciprocità di trattamenti prevista anche convenzionalmente, potrebbero anche esservi dei commissariamenti di banche sammarinesi di proprietà di gruppi italiani.
Alberto Chezzi