Archiviate le nazionali è tempo di pensare al campionato che alla ripresa mette subito sul piattoInter-Juventus. Il derby d’Italia ma stando ai numeri anche la partita di Mauro Icardi: “Ho segnato sei gol in cinque partite ai bianconeri – ha commentato la punta dell’Inter -. Non so se a Torino hanno paura di me, ma sicuramente è una sfida speciale”. Vincendo i nerazzurri manderebbero a -11 i bianconeri: “Hanno perso la colonna portante”.
Dalla doppietta con la maglia della Sampdoria che violò per la prima volta lo Juventus Stadium ai gol con la maglia dell’Inter di tempo ne è passato, ma il comune denominatore è il gol per Icardi: “Noi giochiamo per vincere, tutto il resto conta meno di zero – risponde in un’intervista a La Stampa sulle critiche al gioco espresso -. Se perdi, in settimana ti alleni peggio e diventa tutto più difficile. Io ho sposato l’Inter fino al 2019 per riportarla dove merita: voglio vincere tutto con questa società gloriosa”.
La Juventus è l’avversario storico, la partita per eccellenza in casa Inter, ma non per Icardi: “Non ho mai guardato la Juve con gli occhi di un ragazzino, per me non esisteva. Da piccolo tifavo per il Newell’s Old Boys, poi sono arrivato in Spagna e simpatizzavo Barcellona. Non mi ricordo nemmeno qualche storica bandiera bianconera, il mio idolo è sempre stato Batistuta”. Vincendo però l’Inter spedirebbe la Juventus a -11: “Nessuno l’avrebbe immaginato a inizio campionato, ma hanno perso Tevez, Vidal e Pirlo, la loro colonna portante. I conti però si fanno alla fine. A loro ho iniziato a segnare quando ero ragazzino, dovrei smettere adesso?”.
Infine su Mancini: “E’ il tecnico che ha saputo consigliarmi di più e grazie a lui ho imparato a essere uomo squadra. Quello che succede nello spogliatoio è sacro – ha ribadito Icardi sulle urla di Mancini -, ma in passato ho avuto allenatori che alzavano parecchio la voce, Iachini e Mazzarri su tutti. L’insulto, se detto al momento giusto, ti carica”.
La Gazzetta dello Sport