Sesto posto in classifica, Champions lontana sei punti e un tecnico, Stefano Pioli, che è finito sotto esame dopo la sconfitta con la Roma. È la fotografia dell’Inter di oggi, eppure si sarebbe potuto fare meglio. Molto meglio, e lottare per lo scudetto. Parola di Roberto Mancini, seduto sulla panchina nerazzurra fino all’8 agosto scorso, quando lasciò il club e venne sostituito da Frank de Boer. “Questo poteva essere l’anno in cui potevamo lottare – dice Mancini a Sky -, facendo le cose come pensavo io chiaramente, con la Juve, magari non avremmo vinto e saremmo arrivati secondi. Poteva essere un anno molto importante”.
CAOS — Sull’addio ai nerazzurri, Mancini spiega che “non è finita male, abbiamo optato per la rescissione consensuale del contratto perché non c’erano più le basi per lavorare tranquillamente e serenamente. Ci siamo trovati nel mezzo di una cessione del club e c’era abbastanza caos, mentre in quei momenti era fondamentale continuare a lavorare sul nostro progetto che l’anno primo ci aveva visto primi per tante giornate, bisognava continuare a lavorare su quella strada, ma in quel momento non c’erano le basi per farlo”.
ZHANG E MORATTI — “La storia dell’Inter l’ha fatta la famiglia Moratti – prosegue Mancio -, Zhang ha numeri per fare bene, ma fare la storia non è così semplice. L’errore più grande? Forse è stato quello di mandare via Fassone che per tutti noi era un punto di riferimento”. Gazzetta.it