Intervista alla neo Presidente Dc, Alice Mina: coesione interna, valori storici e sfide del domani (di David Oddone)

Alice Mina, neoeletta Presidente del Consiglio Centrale del PDCS, inaugura il suo mandato in un clima di consenso unanime che segna una nuova pagina nella storia del partito. Prima donna a ricoprire questo ruolo dopo quasi due decenni, Mina porta con sé un’esperienza consolidata nel panorama politico sammarinese, maturata attraverso incarichi di rilievo come Vicepresidente del Gruppo Consiliare e membro di diverse commissioni strategiche. Con una visione che punta a coniugare tradizione e innovazione, la Presidente si prepara ad affrontare sfide cruciali, dal sostegno alle famiglie e all’istruzione, fino alla delicata questione dell’accordo di associazione con l’Unione Europea. Nell’intervista, Mina approfondisce il significato della sua elezione e anticipa le priorità del partito, riflettendo su come la Dc possa rinnovarsi, rafforzando al contempo i suoi valori fondanti.

 

L’elezione alla presidenza del Consiglio Centrale del PDCS è avvenuta in un contesto di consenso unanime. Crede che questa unità possa rappresentare una nuova fase di coesione interna per il partito? Quali priorità intende affrontare per rafforzarla?

“La mia elezione ha dimostrato la coesione e l’unità del Partito, nonché la volontà di concretezza rispetto agli esiti della mozione finale del Congresso Generale del PDCS, nella quale è emersa chiara la volontà di favorire la presenza di donne e di giovani negli organismi di partito, non come semplice questione di genere o generazionale, ma quale riconoscimento dell’importante impegno che ha caratterizzato la loro attività in questi anni.

Non definirei quindi questa fase ‘una nuova fase di coesione interna’, bensì il consolidamento di un percorso di unità, dove la dialettica e il dibattito interno avvengono per raggiungere un risultato condiviso da tutti.

Il mio lavoro sarà dedicato in maniera particolare a valorizzare la partecipazione e a stimolare il coinvolgimento con passione, entusiasmo e ricerca continua del dialogo perché è nella condivisione costante che si può mantenere vivo un legame solido e sincero”.

 

La sua elezione segna un momento storico per il PDCS con una donna al vertice. Come intende promuovere il ruolo femminile nella politica e nella società sammarinese, considerando anche il dibattito sull’equità di genere?

“Credo fortemente nella valorizzazione e nella promozione del ruolo femminile in politica e in ogni altro contesto della società. Ritengo che questo sia fondamentale per garantire una rappresentazione equa, per promuovere la giustizia sociale e per sfruttare il potenziale completo di tutte le persone, senza distinzione di genere, nella costruzione di una società inclusiva e innovativa.

Il desiderio è quello di poter mettere a sistema tutta una serie di iniziative, sia interne sia esterne al partito, che possano fungere da contesti di dibattito, di approfondimento e di riflessione”.

 

Il partito ha sottolineato la necessità di coniugare tradizione e innovazione. In che modo prevede di mantenere un equilibrio tra il rispetto dei valori fondanti del PDCS e la necessità di adattarsi alle sfide del futuro?

“Tradizione e innovazione sono due elementi che devono convivere e credo che in questo ricada gran parte del lavoro che dovremo fare.

E’ chiaro il desiderio di una politica che guardi avanti e che agisca con consapevolezza e lungimiranza, che sappia interpretare le necessità e le richieste che provengono dalla società con un approccio di apertura e di innovazione ma che mai tradisca i valori e i principi che da sempre ci contraddistinguono, come solidarietà, giustizia sociale, centralità della persona.

Il mio impegno sarà proprio dedicato a questo, ossia tenere fede a ciò che siamo e che rappresentiamo ma con un approccio inclusivo e aperto, nel tentativo di trasmettere anche alle nuove generazioni la volontà di condividere la nostra visione politica”.

 

 Tra le sue aree di interesse figurano il sostegno alle famiglie e l’istruzione. Come immagina il contributo del PDCS per affrontare le attuali difficoltà economiche e sociali della Repubblica di San Marino in questi ambiti?

“Il PDCS ha un ruolo estremamente importante in contesti come quello del sostegno alle famiglie e l’istruzione. Il nostro approccio deve basarsi su una visione che coniuga solidarietà, responsabilità e innovazione appunto, mantenendo sempre al centro la persona e la comunità. Sul sostegno alla famiglia abbiamo di recente introdotto una normativa specifica  e questo sicuramente è stato un apporto positivo e significativo, ma non possiamo pensare che il lavoro sia terminato. Le politiche di welfare vanno costantemente valutate e adattate alle necessità dei tempi e misure per conciliare lavoro e vita privata sono sempre più stringenti e attuali. Stessa cosa per l’istruzione. E’ un contesto che necessità di valutazioni strategiche sempre nel bene primario dei nostri giovani studenti. Dobbiamo a mio avviso puntare su uno sviluppo economico basato su principi etici, che garantisca trasparenza, equità e sostenibilità a lungo temine”.

 

La politica sammarinese si trova in un momento delicato, con questioni cruciali come l’accordo di associazione con l’Unione Europea. Quale ruolo vede per il PDCS nel definire una strategia che bilanci le esigenze di sovranità con le opportunità offerte dall’integrazione europea?

“L’attuazione dell’Accordo di Associazione con l’Unione Europea è l’aspetto su cui siamo chiamati a dedicare attenzione ed energie e richiede ampia condivisione. Ogni politica che vorremo introdurre non potrà prescindere dai contenuti dell’Accordo.

Anche in questo caso il PDCS ha un ruolo essenziale e centrale. Sono certa che questo passaggio storico per il nostro Paese sarà occasione di valorizzazione dei nostri tratti distintivi di Piccolo Stato e opportunità di rilancio per la nostra economia e per il nostro contesto sociale.

E’ nostro dovere continuare a informare la cittadinanza in modo chiaro, senza strumentalizzazioni politiche, illustrando le opportunità e gli obblighi derivanti dall’Accordo”.

 

L’elezione all’unanimità ha visto una dinamica forse inedita di questi tempi, con il ritiro delle candidature degli altri contendenti. Come valuta questa scelta e che segnale crede possa rappresentare per il dialogo politico interno al partito?

“Ritengo che l’atto compiuto da Lorenzo Bugli e Francesco Mussoni meriti un apprezzamento particolare, il quale racchiude l’altro senso di appartenenza al partito e rappresenta un atto di maturità politica. La volontà è stata quella di favorire la compattezza e la coesione in un momento di grande delicatezza politica, nonché di dare seguito a quanto richiesto dalla mozione finale del Congresso Generale sopra citata. Come ha tenuto a ribadire il Partito nel comunicato relativo alla nomina, ‘questo evento segna un significativo passo avanti nella storia del partito’. Il Partito ha dimostrato in questo modo la sua vera forza, la capacità di sintesi ha prevalso su tutto”.

 

Guardando al futuro, quali obiettivi principali si pone per il PDCS entro la fine del suo mandato, sia sul piano politico che organizzativo, per rafforzare il legame del partito con la cittadinanza?

“L’obiettivo principale è quello di stimolare il coinvolgimento e la partecipazione di tutti e in particolare delle nuove generazioni, che purtroppo sono sempre più lontane dalla politica. Vorrei quindi favorire l’esistenza di spazi in cui sia possibile contribuire attivamente, esprimere le proprie opinioni e partecipare alla costruzione delle politiche.

Investire nella formazione è fondamentale. Questo non solo implica offrire percorsi educativi che preparino i giovani ai ruoli di domani, ma anche sensibilizzarli ai temi della politica e della cittadinanza attiva.

La comunicazione politica è un altro elemento chiave. Un partito che adotta linguaggi e strumenti di comunicazione moderni non solo si avvicina ai giovani, ma porta ad avere un contatto diretto e costante con il Paese.

Non possiamo parlare di coinvolgimento, dialogo e confronto senza considerare poi la partecipazione del PDCS nei contesti internazionali.

La sfida più grande è tenere vivo questo sentimento di entusiasmo”.

 

Crede che il governo sia partito col piede giusto? È una legislatura destinata a durare o come sostengono i maligni sarà solo di transizione?

“Questi primi mesi non sono stati facili e ci hanno visti impegnati sulla conclusione di tante questioni legate alla precedente legislatura, che certamente non hanno agevolato il lavoro.

Ora però è arrivato il momento di concentrarsi pienamente sugli obiettivi del Programma di Governo, fermamente convinti di quanto sia necessario dare risposte al Paese e ai suoi cittadini con spirito costruttivo e soprattutto concreto.

Il Partito ha creduto in questa alleanza di governo e quindi la nostra volontà è quella di proseguire in maniera determinata per raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati. E’ normale che ci siano punti di vista differenti ma sono convinta che vi sia tutta la determinazione per collaborare andando oltre le differenze per un fine più grande: il bene del nostro Paese”.

 

David Oddone

(La Serenissima)