
E’ il 20 ottobre 2017, quando chiamata come persona informata dei fatti dal Commissario della Legge Simon Luca Morsiani, nel corso dell’indagine che ha poi dato vita al processo “500/17”, noto come “Caso Titoli”, tuttora in corso nel suo primo grado, Silvia Cecchetti, oggi candidata nella lista del PSD e all’epoca Vice-Presidente di quella Banca Centrale guidata dal duo “Grais-Savorelli”, dichiara: “Non ho avuto ragione di ritenere se (forse intendeva o ha detto: che; ndr) ci fosse particolare vicinanza tra Banca CIS e il direttore Savorelli o Filippo Siotto, fatto salvo per le generiche notizie in qualche occasione emerse negli organi di informazione. Lo stesso posso dire per il Presidente Wafik Grais”.
Dunque, la Cecchetti, come emerge dai relativi verbali agli atti del “500/2017”, verso la fine di ottobre del 2017 non aveva ragione di ritenere che ci fosse particolare vicinanza fra i dirigenti e personaggi di spicco di Bcsm (segnatamente Wafik Grais, Lorenzo Savorelli e Filippo Siotto, quest’ultimo membro della vigilanza Bcsm) e Banca Cis con la sua governance, Daniele Guidi in testa.
Eppure, nella stessa sede e nello stesso momento, la deposizione di fronte al Giudice Inquirente, ha riconosciuto che il sentore di qualcosa di anomalo lo aveva percepito e ciò avrebbe potuto far alzare la guardia e valutare attentamente elementi ben più rappresentativi di “generiche notizie in qualche occasione emerse negli organi di informazione”: “…Avevamo il timore (in Cda) che il Direttore (Savorelli; ndr) potesse aver divulgato una versione alterata della Relazione su Cassa di Risparmio, aggiungendo elementi pregiudizievoli. Dico questo perchè ho avuto sentore che Savorelli volesse rappresentare volutamente in maniera particolarmente negativa la situazione di Cassa”.
Il più importante di questi elementi, infatti, è nientemeno che un esposto alla Suprema Magistratura, alla Reggenza Mimma Zavoli – Vanessa D’Ambrosio datato 17 aprile 2017, quindi inoltrato già sei mesi prima di quella deposizione incentrata sull’acquisto dei titoli Demeter (l’ordine di quell’acquisto al Cis venne inoltrato da Savorelli il 20 luglio 2017) e che non dimenticò di ricordare come si è arrivati alla liquidazione di Asset Banca (giugno 2017), poi definita “illegittima” in precise sentenze emesse dal tribunale amministrativo.
“Eccellentissimi Capitani Reggenti”, esordisce l’esposto dell’aprile 2017 inoltrato agli allora Capitani Reggenti Mimma Zavoli e Vanessa D’Ambrosio, “a scrivere la presente sono numero 10 Consiglieri della Repubblica di San Marino (ma poi l’esposto venne firmato da un po’ tutta l’opposizione; ndr), rappresentativi di una composita forza di minoranza nel Consiglio Grande e Generale. Ciò che preme fin dal principio evidenziare è che il presente scritto non deve essere considerato (e neppure lo è) come la solita espressione ostile delle forze di opposizione verso lo status quo, quanto piuttosto un fattivo contributo allo svolgimento di un corretto rapporto tra i poteri dello Stato”.
“Il presente esposto”, continuava il documento, è “volto a segnalare la presenza di precisi e circostanziati indici che segnano l’esistenza di un disegno opaco, silente ed inarrestabile che mira ad un controllo eversivo di alcune funzioni dello Stato, verosimilmente a servizio di alcuni deteriori interessi economici stranieri”.
Ma quali erano, secondo i 10 (poi moltiplicatisi prima della presentazione), firmatari dell’esposto ai Capitani Reggenti, questi “precisi e circostanziati indici”, non colti dall’allora VicePresidente di Bcsm, che oggi si candida nella lista del PSD alle elezioni del prossimo 9 giugno?
Il primo “elemento opaco”, come da riferimento fatto in Commissione Giustizia già il 14 luglio 2016, fu la partecipazione al “corpo della missione” del Fondo Monetario Internazionale di “soggetti esterni”, con riferimento al Prof.Lorenzo Stanghellini. “Piuttosto che un esterno -si legge nell’esposto- avrebbe dovuto essere considerato un interno al sistema bancario sammarinese”, poiché già presidente dal 2010 al 2012 di Banca CIS. Questi, “non si limitò ad assicurare alla missione una maggior competenza giuridica, ma svolse all’interno della stessa un ruolo atipico e insolitamente attivo”. Che questa presenza fosse una grave anomalia lo conferma il fatto che il Prof. Stanghellini venne escluso dalla missione, dietro intervento diretto nientemeno che di Sean Hegan, Direttore del Dipartimento Legale del FMI.
Queste, secondo l’esposto, sono già all’epoca “evidenze documentali che comprovano come l’attuale (quella di aprile 2017; ndr) governance della Banca Centrale abbia travalicato, ai danni dello Stato, le proprie competenze statutarie ed istituzionali, tradendo la sovranità del Paese cui pure appartiene”.
Il secondo “elemento opaco” fu individuato, invece, nella “centralità dei Confuorti nella geografia bancaria sammarinese”. “Tra i grandi debitori -veniva evidenziato nientemeno che in Consiglio Grande e Generale nella primavera 2017- che sono stati capaci di vantare forti aderenze nelle più alte sfere della Vigilanza sammarinese, ci sono senza dubbio i Fratelli (Francesco e Giuseppe; ndr) Confuorti”.
“L’elemento di opacità assume corpo -continua l’esposto- se si tiene a mente che i Confuorti sono grandi debitori verso il sistema bancario sammarinese per oltre 30 milioni di Euro” e “tale opacità diviene ancor più oscura, se si considera che il “grande creditore” dei Fratelli Confuorti è Banca CIS: Banca di cui, come già detto, il menzionato Prof. Stanghellini è stato Presidente”.
“Non basta -rincararono i consiglieri di opposizione al governo AdessoSm-, i Confuorti, grandi debitori, godono di una palmare considerazione nella nostra Autorità di Vigilanza, che ne nomina (e rinomina) gli avamposti nelle procedure di Commissariamento: a seguito della attività di vigilanza eseguita da Banca Centrale presso Asset Banca, è stato nominato quale commissario straordinario l’Avv.Giuseppe Pedrizzi”, figlio di “Riccardo Pedrizzi, un ex-Senatore italiano che, insieme ad altri 3 soci (Confuorti Francesco, Confuorti Giuseppe, Mariscalco Inturretta Silvestro), è a capo della nota Advantage Financial SA lussemburghese”.
Terzo “elemento opaco”, già individuabile il 17 aprile 2017 sono “i debiti del CIS verso Cassa di Risparmio della Repubblica di San Marino” mentre indicativo è soprattutto un altro aspetto denunciato nell’esposto ai “Reggenti”, ovvero il collegamento fra Wafik Grais, Presidente di Bcsm, e la Leiton Holding, unitamente alla s.a. Gleinor Holding, proprietaria di Banca Partner, a sua volta proprietaria di Banca Cis. “Ebbene -rese noto l’esposto- dalle semplici ricerche che si effettuano online si arriva a scoprire che la società lussemburghese Lupercale, di cui Grais è amministratore fino al marzo 2016, ha trasferito” il 18 aprile 2016 la sua sede in rue Jean Piret 1; nello stesso giorno “anche la Leiton Holding (e la Gleinor Holding) trasferiva la propria sede al civico 1 di rue Jean Piret. Ambedue le società, prima del trasferimento, risultavano domiciliate al civico 2 di rue Charles de Gaulle.
Ma già allora questi consiglieri di opposizione ad AdessoSm denunciarono un chiaro “ruolo di Confuorti nelle nomine di Cassa di Risparmio”, addirittura arrivando a schematizzare in un “disegno”, in uno schema quanto mai chiaro come Confuorti fosse l’elemento che collegava Banca Centrale di San Marino a Banca CIS. In conclusione, l’esposto chiedeva all’Aula di approvare “un ordine del giorno del Consiglio Grande e Generale che impegni il Governo a proporre” immediatamente “l’istituzione di una commissione di inchiesta che accerti e verifichi i fatti sopra denunciati”.
Ma, ricordiamolo, la candidata nella lista del PSD, Silvia Cecchetti, il 20 ottobre 2017, di fronte al Giudice inquirente Simon Luca Morsiani, dichiarò: “Non ho avuto ragione di ritenere se ci fosse particolare vicinanza tra Banca CIS e il direttore Savorelli o Filippo Siotto, fatto salvo per le generiche notizie in qualche occasione emerse negli organi di informazione. Lo stesso posso dire per il Presidente Wafik Grais”. Altrimenti, nel suo ruolo di vice-Presidente di Bcsm, forse, avrebbe potuto contrastare le controverse operazioni, almeno quelle successive a quel 17 aprile 2017 (titoli Demeter e liquidazione Asset Banca) portate a termine dall’allora governance di Banca Centrale.
E questa “disattenzione”, seppure non sia stata riconosciuta come reato dal Giudice, rappresenta una grave responsabilità per chi si candida in politica, che diviene poi pesante, sempre come responsabilità, non certo come reato penale (la Cecchetti non risulta imputata o indagata in alcun procedimento noto), alla luce di un paio di conversazioni Whatsapp estratte dall’iPhone 6s “in uso a Filippo Siotto” e agli atti del “Caso Titoli”, fra lo stesso membro della vigilanza e l’allora Direttore Generale Lorenzo Savorelli, scambiati molti giorni dopo la liquidazione di Asset Banca, poi riconosciuta illegittima in ben due sentenze amministrative scritte dal Tribunale sammarinese.
Il Nucleo Investigativo della Polizia Civile, infatti, riuscì ad estrarre una miriade di conversazioni telefoniche dal telefonino di Siotto, che allegò ad un dettagliato rapporto inviato al Commissario della Legge Simon Luca Morsiani, che stava la fase di indagini poi alla base del processo “500/2017”, oggi noto come “Caso Titoli” e tuttora in corso nel suo primo grado.
In alcuni di questi messaggi estratti dal telefonino di Siotto risulta interessante, relativamente a questa sorta di inchiesta sul “passato” dei candidati alle elezioni di domenica prossima, la chiamata in causa che Siotto fa dell’allora Vicepresidente di Bcsm, la candidata del PSD Silvia Cecchetti.
Uno in particolare, scritto da Siotto a Savorelli alle 10:36 del primo luglio 2017, e relativo ad una conversazione dove i due sembrano preoccupati dalla scarsa incisività, dall’esiguo “peso” delle motivazioni addotte a causa e a supporto della controversa decisione, assunta in paio di settimane prima, di liquidare Asset Banca. Nello stesso messaggio, si legge: “…La sua relazione (riferendosi a quella già prodotta da tal Tedesco; ndr), consegnata ai giudici, manca di incisività perchè non individua chiaramente gli illeciti. Anche Cecch (verosimilmente si tratta dell’avvocato Cecchetti Silvia, Vice Presidente di Bcsm – è la precisazione dell’Ispettore Paolo Morri nell’atto poi affidato al Commissario Morsiani; ndr) mi ha detto se nelle prox settimane sono individuati chiaramente gli illeciti e in particolare riciclaggio, saremo salvi sotto ogni punto di vista (anche di fronte all’opinione pubblica)”.
Siotto, quindi, riporta a Savorelli una constatazione fatta a lui dall’allora Vicepresidente Bcsm Silvia Ceccetti, nella quale -salvo che Siotto si sia inventato la cosa, ma non appaiono evidenti le motivazioni per eventualmente farlo- si evidenzia che la stessa avrebbe partecipato al confronto successivo alla liquidazione di Asset Bank con perlomeno Filippo Siotto, in un momento in cui i responsabili di quella liquidazione bancaria che sconquassò l’intero sistema finanziario sammarinese, erano preoccupati di non aver efficacemente motivato la drastica e controversa, per il Tribunale amministrativo illegittima, decisione.
“Okay –fu la risposta di Savorelli, sempre come scritta nel rapporto-Morri- manda subito un whatsapp con questo suggerimento (senza citare la Cecchetti) a F”. E “F”, è oggi accertato e confermato in atti emersi nel corso delle udienze del “Caso Titoli”, sarebbe Francesco Confuorti.
Dunque, per due volte l’azione della candidata nelle liste del PSD, Silvia Cecchetti, magari inconsapevolmente e senza dolo, si è direttamente o indirettamente “incrociata” con le azioni della “Cricca”:
– Indirettamente per aver ammesso di fronte al giudice inquirente Morsiani di non essersi resa conto della vicinanza fra banca Cis e i suoi colleghi alla dirigenza di Banca centrale;
– Direttamente per il ruolo avuto nelle fasi successive alla liquidazione di Asset Banca, nel confronto che gli stessi vertici ebbero perché preoccupati che le motivazioni addotte a supporto della liquidazione di quella banca fossero troppo deboli.
Enrico Lazzari
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Nota importante dell’Autore e di GiornaleSm: in questi approfondimenti si raccontano fatti senza alcun commento o valutazione. Fatti attinenti azioni che hanno visto protagonisti alcuni candidati alle prossime elezioni politiche e fatti che -direttamente o indirettamente, consapevolmente o inconsapevolmente, ingenuamente o dolosamente che sia- hanno avuto l’effetto di favorire la “cricca” o tentare di mettere o mettere in difficoltà, creare problemi, minare l’autorevolezza, bloccare l’azione di chi combatteva strenuamente quel gruppo di potere privato che ha contribuito in maniera importante al dissesto finanziario ed economico che tutti i sammarinesi stanno ancora oggi pagando.
Nulla più, nessuna accusa diversa da una eventuale responsabilità politica, men che meno un reato penale, è contenuta o deducibile relativamente ai personaggi, ai candidati citati che, per quanto risulta oggi, non compaiono fra gli indagati o gli imputati di alcuna azione penale nota e, pertanto, vanno considerate tutte “brave persone” fino a eventuale e non nota oggi prova contraria.