Io, celiaca a San Marino. Finalmente si discute di Celiachia in Consiglio! Grandi attese per noi celiaci! … di Marta Massari

CeliachiaIo, celiaca a San Marino

Finalmente si discute di Celiachia in Consiglio! Grandi attese per noi celiaci!

Ad alcuni potrà sembrare strana un’Istanza d’Arengo per chiedere una legge a tutela dei celiaci. La celiachia è una malattia genetica che colpisce un individuo su 100/150, determinata da un’alterazione del sistema immunitario. Per un celiaco il glutine è un vero e proprio veleno e c’è una sola cura, che dura tutta la vita: la dieta permanente senza glutine (proteina presente nel grano ed in altri cereali).

Ma perché serve una Legge?

Ancora oggi molti vedono la celiachia come una moda alimentare, una malattia che riguarda bambini magrolini, una “semplice” allergia. Sfatiamo questi miti, vedendo la realtà con gli occhi di un celiaco, e ricordando che in Italia una Legge a tutela delle persone affette da Celiachia è presente già dal 2005.

Innanzitutto, nella celiachia è fondamentale una diagnosi precoce. Questa malattia, se non adeguatamente trattata, predispone ad una serie di complicanze: osteoporosi, tumori (in particolare a  carico dell’intestino), diabete autoimmune di tipo 1, aborti spontanei, etc. Più a lungo una persona affetta da questa patologia si espone all’introduzione di glutine nel proprio organismo più è alto il rischio di complicanze. Evitare che ciò accada conviene dunque ai pazienti, ma anche alle finanze dello Stato: per questo è fondamentale richiedere un’alta formazione del personale medico. La celiachia può infatti manifestarsi con sintomi evidenti, oppure essere asintomatica. Nel mio caso, l’ho incontrata a 6 anni (nel 1996) quando a San Marino si effettuava lo screening a tappeto: all’ingresso in prima elementare venivano fatti esami di laboratorio in cui si ricercavano anche i marcatori per la celiachia. Fortunatamente! In caso contrario avrei scoperto di avere la celiachia non so quanti anni più tardi, non avendo sintomi conclamati! I sei anni in cui ho assunto glutine sono comunque bastati per farmi sviluppare una delle malattie correlate, la tiroidite autoimmune.

Nella dieta di un celiaco inoltre, non solo si deve evitare alimenti contenenti glutine, ma è necessario stare molto attenti anche alle possibili contaminazioni. Cuocio la pasta, in due diversi tegami, in uno senza glutine, nell’altro pasta comune: se uso lo stesso mestolo per entrambe, ho una contaminazione tale da danneggiare il mio organismo. All’interno delle mura domestiche queste situazioni sono superabili, sia pure con diversi sforzi (prodotti che costano fino a 5 volte più, cottura di alimenti diversi per membri della famiglia celiaci e non, etc.). Nel momento in cui si decide di uscire di casa ci si trova davanti ad una vera e propria giungla! Ogni volta che mangiamo fuori, in un ristorante che non abbia seguito il corso di formazione adatto, proposto dall’AIC (Associazione Italiana Celiaci), rischiamo di ingerire alimenti contaminati. In Repubblica sono presenti alcuni locali che hanno seguito questo corso, ma sono pochi. Una legge che richieda a tutti i ristoranti della Repubblica di conoscere almeno i fondamenti della celiachia aiuterebbe molto i celiaci come me a mangiare più serenamente fuori casa. Altro discorso, le mense per i lavoratori: servizi pubblici che noi, cittadini celiaci, pur pagando le tasse, non possiamo utilizzare. Quanti lavoratori celiaci si trovano, con un’ora di pausa pranzo, a dover correre a casa a cucinare un piatto senza glutine, mentre i loro colleghi possono tranquillamente fruire della mensa! Quanti studenti delle Superiori o dell’Università di San Marino, fermandosi in Centro Storico per i rientri pomeridiani, non possono ricorrere alla mensa, o ad una panineria-pizzeria! È veramente giunto il momento di riconoscere la celiachia come malattia dai risvolti sociali e, in quanto tale, tutelarla!

La mia speranza è che nell’anno dell’Expo sull’alimentazione, la nostra Repubblica si avvii per diventare realmente “San Marino per tutti”, abbattendo barriere ancora alte in questo settore. Sarà utopia, ma spero che un giorno, un turista celiaco scelga di venire in visita a San Marino, senza dover riempire la propria valigia di pane, pasta e merendine, senza doversi spostare per trovare un ristorante che sappia rispondere alle sue esigenze, magari a km di distanza, e torni a casa propria dicendo: <<Ci tornerò! A San Marino non mi sono sentito celiaco, ma ospite>>.

Marta Massari