«Se mi raggiungi a Varese, ti do 300 ‘roselline’». «Puoi anche restare via qualche giorno? Perché sarei disposto a pagare di più». Non cercano soltanto sesso. Poi sì, è vero, il confine con il ‘perverso’ è labile alcune volte. Ma la maggior parte dei ‘clienti’ che hanno contattato Jessica la ‘Venere Bianca’, cioè la sottoscritta, giornalista che si è finta escort per una settimana, si sono mostrati insicuri, quasi timidi. Avevano voglia di parlare, chiedevano tempo e, per quella mezz’ora in più, erano disposti a fare anche qualche regalo, non solo economico. «Dammi l’indirizzo che ti regalo quello che vuoi. Cosa ti piacerebbe ricevere?».
Non ho neppure fatto in tempo ad inserire l’annuncio on line, su Bakeca e altri siti ‘del settore’ come Sessoescort.com che il telefono ha iniziato a squillare. Ho fatto anche un conto facile; tra le proposte e le somme messe in gioco avrei guadagnato qualcosa come 5 o 6mila euro in pochi giorni.
In molti non vogliono il profilattico. «Ti pago molto di più, anche il doppio, ma non lo voglio usare». In sei giorni il telefonino ha squillato 75 volte. In cinquantadue casi gli interlocutori chiedevano incontri su Bologna centro, gli altri a Milano oppure Varese.
Se avessi accettato di spostarmi, la posta in gioco sarebbe stata molto più alta. «Che ne dici di un week end al mare» – mi ha chiesto un tipo dalla voce roca – «Perché no, ho risposto, ma sotto i cento all’ora solitamente non scendo. La cifra diventa altina». «Non mi preoccupa. Vieni qui e ne parliamo, così intanto ti provo e vedo se vali i miei soldi», mi ha detto. Un po’ come un elettrodomestico.
SINGOLARE – ma non così tanto se ci si pensa – il silenzio del mio telefonino durante i giorni di festa. Perché, è ovvio, far partire qualche chiamata da casa non è poi così conveniente. Perché – l’inchiesta è anche questo – spidocchiando i numeri molti dei numeri sono risultati collegati a grandi aziende, in particolare del Bolognese.
QUASI tutti i clienti hanno avanzato proposte standard. Certo è che gli incontri avrebbero potuto essere ben diversi se realizzati e magari più rischiosi rispetto alle aspettative ‘telefoniche’. Un cinquanta per cento degli interlocutori si è mostrato ‘spaventato’ e timido. «Ecco, se mi dici dove ti trovo arrivo. Ho letto che sei forte sul sesso orale. Magari mi basta quello, mi ha detto un giovane dalla voce tremolante». Qualcuno si è lanciato un po’ di più: «Ma tu sai fare proprio tutto? Io vorrei andare avanti almeno un’ora, se hai tempo. Posso portare qualche gioco?». A chiamare anche due o tre personaggi più ‘ansiosi’, probabilmente in cerca di una sveltina in pausa pranzo, per alleggerire la giornata di lavoro: «Vanno bene cento euro per un orale veloce? Pensavo a venti minuti». Poi ci sono i romantici, quelli che mi hanno detto: «Andiamo a cena, poi vediamo». Cosa vorresti? Ho chiesto in più occasioni. E almeno due clienti hanno risposto: «Lo decidiamo insieme. Non c’è fretta. Voglio godermi la serata». Il Resto del Carlino