”Lo Stato italiano, la Banca d’Italia e la Procura di Roma hanno fatto il loro dovere. Mi amareggia solo che l’infortunio sia avvenuto proprio mentre io e il direttore generale Paolo Cipriani, un professionista di esemplari capacita’, siamo impegnati, con le autorita’ preposte, al conseguimento della massima trasparenza in ottemperanza a quanto disposto dalla Segreteria di stato”.
Cosi’ parla Ettore Gotti Tedeschi, presidente dell’Istituto per le opere di religione, indagato per presunte omissioni legate alla normativa antiriciclaggio.
”E comunque lo Ior non e’ una banca” aggiunge Gotti Tedeschi in un’intervista al settimanale ”Panorama” edicola domani. ”Definirlo cosi’ e’ un errore concettuale. Che fa una banca? Raccolta e impiego. Lo Ior non eroga crediti, non ha azionisti che attendono la remunerazione, non e’ quotato e non deve produrre a tutti i costi una redditivita’ minima del capitale. Il suo risultato e’ il servizio che offre a diocesi, congregazioni ed enti religiosi”.
La Santa sede, riconosce il banchiere, era rimasta fuori dagli accordi internazionali sulla trasparenza e contro il ricilaggio: ”Ma ultimamente ci siamo resi conto che era prioritario superare questo ostacolo. Abbiamo incaricato la piu’ grande societa’ di revisione al mondo, Deloitte, di rivedere tutte le procedure; abbiamo lavorato con Bankitalia, in assoluta e totale cooperazione a tutti i livelli; abbiamo avviato contatti a Parigi con l’Ocse e con il Gruppo di azione finanziaria contro il riciclaggio di denaro. In pochi mesi s’e’ trovata un’intesa con cinque banche italiane.
Purtroppo agli inizi di settembre una serie sfortunata di coincidenze ha creato un equivoco su un’operazione”, che secondo il banchiere ”e’ stato un trasferimento da conto Ior a conto Ior, una semplice operazione di tesoreria. Quanto di piu’ lontano da un sospetto di riciclaggio”.
ASCA