
È un Nello Musumeci molto adirato quello che, tramite note stampa e post sui social, ha commentato l’arrivo a Noto dei 43 migranti sbarcati dalla nave Mare Jonio, il mezzo dell’Ong italiana Mediterranea Saving Humans approdato nella giornata di ieri.
Il presidente della Regione Siciliana appare furibondo dopo la scelta operata dal governo di far rispettare la quarantena dei migranti nella perla del barocco siracusano. Una rabbia motivata soprattutto dal fatto che, su 43 persone sbarcate dalla Mare Jonio, almeno 8 sono risultate positive al coronavirus.
“Dei 43 immigrati sbarcati ieri ad Augusta, 8 sono risultati positivi al coronavirus – ha infatti confermato lo stesso Musumeci – Si trovano a Noto e non su una nave in rada come aveva chiesto il governo siciliani. Ma lo Stato dice che la nave costa troppo. E quindi si possono alloggiare a Noto, dove già si trovano”.
“Avete capito bene: a Noto, perla del nostro turismo – ha tuonato ancora il governatore – Il nostro sistema sanitario ha provveduto a tamponi e ha posto in isolamento i positivi, dividendoli dagli altri”. Non è la prima volta che migranti scesi dalle navi Ong risultano positivi al coronavirus. Nei giorni scorsi era toccato a 28 persone portate a Porto Empedocle dalla nave Sea Watch 3 dell’Ong tedesca Sea Watch.
In quell’occasione però, tutti i migranti sono stati trasferiti a bordo di un’altra nave, ossia la Moby Zazà. Quest’ultima è la nave che a partire da maggio è ormeggiata stabilmente in rada a Porto Empedocle per ospitare coloro che arrivano a Lampedusa o lungo le coste dell’agrigentino. Dunque, nel caso della Sea Watch nessun migrante è sceso sulla terraferma od ha avuto contatti con gente del luogo.
A Noto la situazione è ben diversa: così come dichiarato da Nello Musumeci, nessuna nave era disponibile per ospitare i migranti in quarantena, inoltre il governo avrebbe sottolineato i costi che comporterebbe l’uso di un altro mezzo da adibire all’accoglienza di chi sbarca, dunque i 43 arrivati della Mare Jonio sono stati ospitati in una struttura della cittadina del siracusano.
Ed ora il timore qui i cittadini vivono con un doppio timore: non solo quello legato al contesto sanitario per via della presenza di migranti positivi al Covid in città, ma anche quello riferibile al discorso economico. Noto vive di turismo, la sua cattedrale è famosa in tutto il mondo assieme alle tante opere barocche patrimonio dell’umanità. Ogni anno il suo centro storico è visitato da migliaia di turisti, attratti dalle peculiarità di uno simboli del barocco siciliano.
L’emergenza coronavirus e la chiusura dei confini ha comportato anche da queste parti il crollo della filiera turistica, con un’economia andata subito in affanno. Le belle temperature di giugno e le progressive riaperture delle attività, avevano però richiamato l’attenzione di molti siciliani che in queste settimane hanno deciso di puntare sul turismo regionale. Per luglio poi, sono ritornare anche prenotazioni da altre parti d’Italia. Adesso il vero timore è che la presenza di migranti colpiti dal Covid possa in qualche modo scoraggiare il ritorno di molti visitatori.
Del resto, a Porto Empedocle ad esempio è bastata la presenza a bordo della Moby Zazà di persone positive al tampone sul coronavirus per notare importanti ripercussioni sul turismo locale e della vicina Agrigento. Il fatto che in questo caso i migranti siano addirittura sulla terraferma potrebbe rappresentare un ulteriore elemento di potenziale crisi per la vitale industria turistica.
“Perché la quarantena sulla terra ferma? Perché nessuno ci informa sulle condizioni reali dei campi in Libia? – si chiede intanto ancora Musumeci – Sono domande alle quali Roma ha il dovere di rispondere. Verificherò a questo punto se non sia il caso di ordinare la zona rossa attorno alla struttura che ospita gli immigrati”. Un’ira, quella del presidente della Regione, che appare condivisa anche da buona parte degli abitanti di Noto: emergenza coronavirus e turismo sono due elementi che non possono convivere.
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