Iran. “Stop ai pellegrini della Mecca” ultimo schiaffo all’Arabia

MECCA, SAUDI ARABIA -  SEPTEMBER 30: Muslim pilgrims from all around the world circle counterclockwise Islam's holiest shrine, the Kaaba, ahead of upcoming Eid Al-Adha (Feast of Sacrifice) at Masjid al-Haram (the Grand Mosque) in the Muslim holy city of Mecca, Saudi Arabia on September 30, 2014. (Photo by Dilek Mermer/ Anadolu Agency/Getty Images)
TRA RITORSIONI e minacce incrociate le diverse espressioni della galassia musulmana sono arrivate al punto di rottura. L’Iran ha annunciato, per marcare la distanza con il mondo arabo, di aver sospeso i viaggi occasionali dei fedeli sciiti alla Mecca, salvando solo il pellegrinaggio obbligatorio previsto dal Corano, da fare «una volta nella vita». Da parte sua l’Arabia Saudita, si trascina dietro anche il Kuwait (dopo Bahrein, Sudan e in misura minore gli Emirati Arabi Uniti) nella decisione di rompere le relazioni diplomatiche con Teheran, dopo l’assalto alla sua ambasciata durante proteste non autorizzate in risposta all’esecuzione dell’imam Nimr al Nimr. Ma si propongono nuovi sponsor di una possibile mediazione anche ad Ankara e Berlino, dopo quelli che si erano già fatti avanti a Mosca, Washington e Parigi, mentre gli inviati dei due Paesi all’Onu scelgono questa sede per esporre le loro ragioni, attraverso la forma della lettera di protesta.

IL PRESIDENTE Rohani ribadisce il rispetto dell’obbligo di tutelare le sedi diplomatiche straniere e il loro personale e assicura che i responsabili saranno perseguiti, resta l’invocazione della «vendetta divina» levata contro i tagliagole sauditi dalla Guida religiosa Ali Khamenei. Riad però «non può coprire» il suo «grande crimine» della messa a morte di al Nimr rompendo le relazioni diplomatiche con l’Iran, insiste il presidente della Repubblica islamica. Invitando anche i Paesi europei, sensibili al tema dei diritti umani, a battere un colpo contro chi a Riad reprime il dissenso a colpi d’ascia.
Un portavoce del governo iraniano ha messo in relazione la sospensione dei pellegrinaggi minori alla crisi in atto, giustificandola però come un’esigenza di garanzie per l’incolumità dei fedeli, ricordando la strage del 24 settembre scorso alla Mecca, dovuta alla calca, che provocò la morte di centinaia di iraniani.
Riad è disposta a ricucire i rapporti con Teheran, afferma l’inviato saudita presso l’Onu Abdallah Al Mouallimi, se la Repubblica Islamica «cesserà di interferire negli affari interni di altri Paesi, compreso il nostro». E ha anche assicurato che l’Arabia Saudita «continuerà a lavorare per la pace in Siria». Una rassicurazione giunta anche dall’inviato speciale dell’Onu in Siria, Staffan de Mistura, preoccupato dall’ipotesi che le nuove tensioni possano compromettere i colloqui di pace.

La Repubblica