Un trattamento speciale per il jihadista potenziale. Se sei islamico e sei in carcere, la tua vita in cella deve essere un poco meno dura rispetto a quella dei normali carcerati. Obiettivo, prevenire la possibile conversione del soggetto alla guerra santa in nome di Allah. E’ questa, in sintesi, la peculiare ricetta proposta dal ministro della Giustizia, Andrea Orlando, che spiega solenne al Corriere della Sera: “Far sì che il rispetto dei diritti dei detenuti di religione islamica, oltre che doverosa applicazione dei principi costituzionali, sia anche strumento per prevenire la radicalizzazione e il reclutamento fondamentalista; una via per contrastare il proselitismo di chi ci vede come nemici dell’islam”. La via, dunque, per Orlando è quella di trattare i delinquenti islamici con i guanti.
Moschee per tutti – Orlando per rafforzare la sua proposta aggiunge: “Vicende come quella di Guantanamo dimostrano che, come sostenuto dall’indagine del Senato Usa, misure estreme, oltre a violare i diritti fondamentali delle persone, non sono di ausilio effettivo nella lotta al terrorismo globale ma rischiano di alimentarlo”. Eppure, in Italia, di “misure estreme” in stile Guantanamo non se ne scorgono, e infatti non è a quel tipo di circostanze che si riferisce Orlando. Il ministro, semplicemente, chiede “più diritti” per gli islamici in carcere: “Garantire e far rispettare i diritti, la cui negazione è il primo presupposto del reclutamento radicale. Impedire la pratica legittima del culto religioso significa innescare una vera e propria bomba”. E ancora: “Ci stiamo impegnando anche a tessere rapporti con le comunità islamiche e a inserirle nel circuito il maggior numero possibile di mediatori culturali”.
“Io buonista? No” – Quando viene chiesto ad Orlando se non teme accuse di “buonismo” nel momento in cui la minaccia del terrorismo islamico è ai massimi livelli, il ministro risponde: “No, visto che con il decreto abbiamo introdotto i reati per contrastare i foreign fighters, rafforzato i poteri dell’intelligence e il coordinamento tra gli inquirenti. E poi – aggiunge – sono proprio le strutture del terrorismo a giovarsi di reazioni arbitrarie e contrapposizioni di civiltà che rendono più agevole il reclutamento tra chi è nato e cresciuto in Occidente”. Orlando conclude sottolineando come “io non rivendico nessuna particolare intuizione; quello che sto dicendo non è altro che la posizione espressa dall’Unione europea su questi temi”. Libero