Via libera ai negoziati per l’ingresso dell’Islanda nell’Unione europea. Lo ha stabilito oggi il Parlamento di Reykjavik che, con 33 voti a favore contro 28, ha autorizzato il governo a iniziare i negoziati per l’adesione dopo un lungo dibattito, iniziato lo scorso venerdì.
Divisioni anche nel governo, con il ministro dell’Agricoltura e la Pesca, Jon Bjarnason, che ha votato contro, nonostante la posizione filo-europea del governo guidato da Johanna Sigurdardottir. Lo stesso esecutivo socialdemocratico – costituito appena due mesi fa, il 10 maggio scorso -, sostiene anche l’ingresso del Paese nell’Eurozona in futuro.
Reykjavik potrà ora avviare negoziati per entrare nei 27. L’islanda, 320mila abitanti, avrebbe in realtà un cammino breve per l’adesione alla Ue. Il Paese infatti, fa già parte dello Spazio economico europeo (Sse), condivide i principi base su cui è fondata l’Unione, ha un sistema di governo e una società democratica e a Bruxelles da tempo si sostiene che la procedura “non sarebbe particolarmente lunga e laboriosa. Successivamente, in base alla volontà del governo, il popolo islandese si esprimerà tramite un referendum.
A spingere Reykyavik a valutare la possibilità di entrare nelle strutture comunitarie, sono stati principalmente gli effetti della crisi economica internazionale, che ha colpito in modo molto duro il settore finanziario islandese, facendo prospettare l’ipotesi di una bancarotta di Stato lo scorso mese di ottobre.
La Commissione Ue: “Soddisfatti”. La Commissione dell’Unione europea ha espresso soddisfazione per l’avvio dei negoziati con l’Islanda. Il Commissario per l’allargamento, il finlandese, Olli Rehn, ha affermato: “Sono felice che il programma per l’allargamento dell’Unione possa estendersi anche all’estremità nord-ovest dell’Europa. Spetta ora al Governo islandese seguire questa decisione, ponendo la propria candidatura ufficiale per l’ingresso all’attuale presidenza svedese dell’Ue” – ha detto Rehn.