La tensione tra Iran e Israele si è trasformata in un confronto diretto e violento. Forti esplosioni sono state avvertite a Teheran nelle prime ore del mattino, in seguito alla ripresa dei raid aerei israeliani sulla capitale iraniana. Testimoni locali e numerosi video pubblicati sui social media riferiscono di deflagrazioni nei distretti orientali di Hakimiyeh e Tehranpars, mentre densi fumi si levano da varie zone della città, in particolare a sud dell’aeroporto di Mehrabad, lungo via Pirouzi e nella zona industriale di Chardangeh.
Secondo fonti locali, gli attacchi hanno avuto come obiettivo infrastrutture strategiche e siti militari. Le prime ricostruzioni parlano di danni all’aeroporto e a centri di comunicazione e comando, mentre sarebbero state colpite anche basi operative dei Pasdaran.
Non solo Teheran. Forti esplosioni sono state registrate anche nelle città di Isfahan e Kermanshah, dove si ritiene siano presenti impianti di stoccaggio e produzione missilistica. Inoltre, fonti locali riferiscono che la torre delle telecomunicazioni della città di Karaj, a ovest della capitale, è stata gravemente danneggiata.
Questo nuovo attacco giunge come risposta all’ondata di missili e droni che, solo poche ore prima, l’Iran aveva lanciato verso Israele, colpendo Tel Aviv e Gerusalemme e provocando almeno un morto e decine di feriti. L’operazione israeliana sembra mirare a decapitare le infrastrutture militari e logistiche iraniane, in una strategia di deterrenza volta a impedire nuove offensive.
Nel frattempo, le autorità iraniane non hanno ancora rilasciato un comunicato ufficiale, ma fonti della sicurezza interna confermano che la difesa aerea è stata attivata e che sono in corso manovre di contenimento in diverse aree urbane.
La popolazione è stata invitata a rimanere al chiuso, mentre nella capitale si segnalano blackout temporanei e problemi nelle comunicazioni mobili. I media di Stato trasmettono ininterrottamente immagini rassicuranti e inviti alla calma, ma il clima nelle strade è teso.
La comunità internazionale segue con crescente preoccupazione l’evolversi di una crisi che ora rischia di trasformarsi in un conflitto aperto su scala regionale, coinvolgendo potenze alleate e mettendo in pericolo l’equilibrio dell’intero Medio Oriente.
Seguiranno aggiornamenti.