Il parlamento israeliano ha approvato ieri, 10 novembre 2025, in prima lettura un disegno di legge che introduce la possibilità di applicare la pena di morte a persone condannate per omicidio di cittadini israeliani motivato da odio razziale, nazionalista o con intento di danneggiare lo Stato. La proposta, promossa dal ministro della Sicurezza nazionale Itamar Ben?Gvir e dal suo partito di estrema destra, ha suscitato attenzione internazionale soprattutto per il suo impatto sui prigionieri palestinesi.

Secondo osservatori e gruppi per i diritti umani, il disegno di legge, pur presentato come misura anti-terrorismo, sarebbe di fatto applicabile quasi esclusivamente a cittadini palestinesi o arabi condannati per crimini contro cittadini israeliani, sollevando dubbi di discriminazione. La norma prevede che la pena capitale sia obbligatoria nei casi previsti e riduce la discrezionalità dei tribunali militari, permettendo di stabilire la condanna anche a maggioranza semplice, senza possibilità di commutazione della pena.
La prima lettura ha ottenuto 39 voti favorevoli e 16 contrari. Tra i contrari, diversi deputati arabi israeliani hanno denunciato il rischio che la legge trasformi la pena di morte in uno strumento discriminatorio, applicabile prevalentemente ai Palestinesi.
Reazioni critiche sono arrivate anche da organizzazioni per i diritti umani e dall’Autorità palestinese, che hanno definito la proposta un passo preoccupante che potrebbe violare norme internazionali e aumentare le tensioni nella regione. Allo stesso tempo, i sostenitori della legge ne sottolineano la funzione deterrente contro attacchi considerati terroristici, e la necessità di rafforzare la sicurezza nazionale.
Il disegno di legge richiede ancora due letture in parlamento prima di diventare legge effettiva, e al momento non è stato applicato. Tuttavia, la sua approvazione in prima lettura rappresenta un segnale chiaro della direzione politica adottata, con possibili ripercussioni legali, giudiziarie e diplomatiche, e mette in luce le tensioni tra sicurezza, giustizia e diritti civili nella legislazione israeliana.











