Israele-Palestina Barghouti … di Sergio Pizzolante

Sergio Pizzolante
In questa guerra, ci può essere solidarietà senza se e senza ma a Israele e critiche ad Israele? Sì certo.
La critica principale da fare ad Israele, dico meglio, alla Israele di Netanyahu, e’ speculare, come allo specchio della critica che si deve fare a Hamas.
Non nel senso di un pareggio di responsabilità, rispetto a quanto successo con la strage dei Kibbutz e dopo.
Non ci può essere pareggio fra chi attacca in modo così disumano, casa casa, stupra, sequestra vecchi e bambini, ostaggi di una furia che fa spavento e chi reagisce. Anche se la reazione fa spavento. Anche.
La critica “allo specchio” si riferisce ad un fatto politico e strategico: ne Netanyahu ne Hamas vogliono i due Stati. Il risultato è la guerra permanente. La destabilizzazione del mondo.
Ha fatto impressione che Israele non abbia visto arrivare l’attacco ai Kibbutz.
Uno dei più efficienti eserciti del mondo, con una delle migliori Intelligence del mondo, non gli hanno visti arrivare.
Perché? Perché il muro fra questi due mondi e’ ormai troppo spesso e molto alto. Impenetrabile.
Non c’è dialogo, a nessun livello, in superficie e sotto. Non c’è intelligence e nemmeno intelligenza quindi. Non c’è politica. Strategia. Niente.
Quel muro va attaccato.
Con intelligenza, strategia, visione, perseveranza. Politica.
Per questo io credo che abbia ragione l’ex capo dello Shin Bet.
Occorre trovare un interlocutore nuovo. E vero.
Che non sia di Hamas. Con prestigio in tutta la Palestina. Con il quale avviare una relazione seria.
Barghouti.
Coraggiosa perché rischiosa. Molto.
Ma è una strada. Forse l’unica.
Sergio Pizzolante