Israele sotto attacco. l’Iran lancia un’ondata di missili, circa 100. Un missile, non catturato dal sistema di difesa Iron Dome, cade a Tel Aviv, un morto e decine di feriti

Una notte drammatica per Israele. Intorno alle 4 del mattino, l’Iran ha lanciato un attacco su vasta scala contro il territorio israeliano, colpendo con oltre 100 missili balistici e decine di droni armati. Le sirene d’allarme hanno iniziato a suonare in diverse città, tra cui Tel Aviv e Gerusalemme, mentre l’esercito israeliano ordinava alla popolazione di cercare immediatamente riparo nei rifugi.

Secondo quanto comunicato dalle autorità, almeno un missile ha centrato un’area residenziale di Tel Aviv, provocando la morte di una persona e decine di feriti, in gran parte lievi. Le immagini diffuse dai media locali mostrano abitazioni danneggiate, finestre in frantumi e auto carbonizzate, mentre le squadre di soccorso hanno operato per ore sotto le macerie.

Il sistema di difesa Iron Dome, insieme ai missili Arrow e al supporto tecnologico fornito dagli Stati Uniti, ha intercettato numerosi proiettili, evitando un bilancio ben più grave. Tuttavia, l’intensità dell’attacco ha messo a dura prova le difese aeree, costringendo il comando centrale a mobilitare risorse d’emergenza in tutto il Paese.

Secondo le fonti militari, l’attacco iraniano è da ritenersi una rappresaglia diretta per l’“Operazione Rising Lion”, il raid aereo compiuto da Israele nei giorni scorsi su infrastrutture militari e nucleari iraniane nei pressi di Teheran, Natanz e Isfahan. In quell’operazione, sarebbero morti oltre 20 alti ufficiali dei Pasdaran e tecnici civili coinvolti nei programmi missilistici.

L’attacco è stato rivendicato da Teheran come parte dell’“Operazione True Promise III”, definita dal ministro della Difesa iraniano una “necessaria risposta alla continua aggressione sionista”. Il premier israeliano Benjamin Netanyahu, riunitosi d’urgenza con il gabinetto di guerra, ha dichiarato che “Israele risponderà con forza” e ha ribadito che la sicurezza del Paese non sarà mai negoziabile.

Scene di panico si sono registrate nella capitale economica d’Israele: famiglie intere nei rifugi, bambini in lacrime, ambulanze in azione. Testimoni parlano di un boato fortissimo, seguito da una luce intensa nel cielo, poco prima delle esplosioni. Tra i civili colpiti anche diversi turisti, inclusi cittadini australiani rimasti bloccati in hotel e rifugi pubblici. La ex senatrice e atleta Nova Peris, presente a Tel Aviv, ha raccontato ore di terrore passate al riparo sotto terra.

Nel frattempo, lo spazio aereo israeliano è stato completamente chiuso, con voli deviati o cancellati. Anche i paesi confinanti stanno monitorando la situazione con estrema attenzione. Il Consiglio di Sicurezza dell’ONU è stato convocato d’urgenza, mentre Stati Uniti, Unione Europea e altre potenze occidentali hanno chiesto una immediata de-escalation, sottolineando il rischio concreto di un allargamento del conflitto su scala regionale.

La tensione resta altissima. Le Forze Armate israeliane hanno dichiarato lo stato di allerta su tutto il territorio nazionale e avviato manovre militari straordinarie lungo i confini. La notte di Tel Aviv potrebbe essere solo l’inizio di una nuova fase del conflitto mediorientale, più aperta e più pericolosa che mai.

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