Israele sotto attacco: missili iraniani colpiscono ospedale a Beer Sheva, IDF risponde bombardando il reattore nucleare di Arak

Blackout digitale in Iran, quasi 650 vittime nei raid. Trump approva l’attacco ma prende tempo. Tensione a livelli massimi

Foto tratta da CNN

L’ospedale Soroka, simbolo dell’assistenza medica nel sud di Israele, è stato colpito direttamente da un missile iraniano. L’attacco ha causato gravi danni alla struttura e il timore concreto di una possibile fuga di sostanze tossiche ha spinto all’immediata evacuazione del complesso sanitario. La polizia ha isolato l’area, mentre le squadre di emergenza sono al lavoro.

All’alba, un’ondata di missili balistici ha bersagliato il centro di Israele. Esplosioni sono state registrate a Tel Aviv, Holon e Ramat Gan. Le sirene d’allarme hanno suonato anche a Nazaret, dove si segnala l’intrusione di droni. Il servizio di emergenza Magen David Adom riferisce di 65 feriti, sei dei quali in condizioni critiche.

La risposta israeliana non si è fatta attendere. L’IDF ha confermato il bombardamento del reattore nucleare ad acqua pesante di Arak, struttura considerata chiave per la produzione di plutonio. Il portavoce militare ha dichiarato che 40 caccia hanno colpito decine di obiettivi strategici in Iran, inclusi laboratori per lo sviluppo di armi nucleari a Natanz.

Il blackout di Internet in Iran, segnalato dal centro britannico NetBlocks, ha oscurato l’accesso ai principali portali online nel Paese. Fonti dell’opposizione esterna denunciano un blackout informativo su scala nazionale, sospettando un’azione preventiva delle autorità contro possibili cyber-attacchi israeliani.

Sul fronte umanitario, il bilancio delle vittime iraniane si aggrava. Secondo l’ONG Human Rights Activists News Agency (HRANA), i raid israeliani hanno causato almeno 639 morti e oltre 1.300 feriti, in gran parte civili. Gli attacchi avrebbero colpito 21 province iraniane, con una devastazione su larga scala riportata anche da Iran International, media con sede a Londra.

Il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant, insieme al premier Netanyahu, ha annunciato una nuova fase delle operazioni: “Colpiremo i centri del potere a Teheran. Il regime degli ayatollah è un pericolo esistenziale”. Gallant ha poi definito la guida suprema iraniana Ali Khamenei “un codardo che si nasconde nei bunker mentre ordina missili contro ospedali”.

Il premier Netanyahu ha rincarato la dose: “I tiranni terroristi pagheranno un prezzo altissimo per i loro crimini contro civili innocenti”. Il presidente Herzog ha espresso solidarietà agli operatori dell’ospedale Soroka, ricordando come la struttura curi “ebrei, musulmani e palestinesi insieme, in un raro esempio di armonia e dedizione”.

Intanto, sul fronte internazionale, si apprende dal Wall Street Journal che Donald Trump avrebbe approvato i piani militari per colpire l’Iran, pur concedendo ancora del tempo a Teheran per evitare l’escalation: l’ultima finestra diplomatica, forse, prima della tempesta.