Italia ancora in deflazione: -0,4% in giugno

BORSA FINANZAAnche in giugno la voce energia mantiene il livello dell’inflazione in Italia nel pericoloso margine deflattivo per il quinto mese consecutivo. Secondo i dati pubblicati dall’Istat, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per la collettività ha registrato un aumento dell’0,1% su base mensile e una diminuzione su base annuale dello 0,4% (a maggio è stato rilevatoun dato negativo dello 0,3%). «La persistenza delle dinamiche deflazionistiche – spiega l’Istituto nazionale di statistica – è in gran parte riconducibile all’ampio calo dei prezzi del beni energetici (-7,5% rispetto al giugno 2015), sebbene meno intenso rispetto a quanto registrato nel mese scorso».

Al netto di questi dati l’inflazione, anche se in lieve ridimensionamento, resta positiva e pari al +0,4% (era +o,5% in maggio).
I prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona aumentano invece dello 0,1% sia su base mensile sia su base annua (a maggio la variazione era nulla). I prezzi dei prodotti ad alta frequenza di acquisto aumentano dello 0,3% in termini congiunturali e diminuiscono dello 0,3% in termini tendenziali (era -0,6% il mese precedente). Commentando i dati dell’inflazione di giugno, la Coldiretti sottolinea il continuo calo dei prezzi nelle campagne italiane, dal -18 % per il grano duro al -19 % dei cetrioli fino al – 24% per il latte.

«Se sullo scaffale per i consumatori i prezzi degli alimentari e delle bevande sono addirittura aumentati dello 0,2%, nelle campagne – sottolinea la Coldiretti – la situazione è drammatica con il crollo delle quotazioni su livelli insostenibili. Le condizioni climatiche bizzarre che hanno sconvolto i calendari di maturazioni di frutta e ortaggi ma anche gli accordi preferenziali per l`ingresso sottocosto e le distorsioni dal campo allo scaffale che fanno lievitare i prezzi sono – precisa la Coldiretti – alcune delle motivazioni». Preoccupazione per l’incalzare della deflazione e per l’ancora basso livello dei consumi interni è espressa anche dalle associazioni dei consumatori.

«Le famiglie sono ancora in crisi. I consumi che sembravano essere ripartiti, anche se con il contagocce, sono nuovamente fermi, mentre la ripresa del potere d’acquisto dipende solo dalla riduzione dei prezzi, ossia dal fatto che a febbraio e marzo 2016 l’Italia è ricaduta nella deflazione», spiega Massimiliano Dona, segretario dell’Unione nazionale consumatori.

Il Sole24ore.com