Italia. Cannabis e guida senza patente Ecco i reati cancellati dal codice

CannabisDalla violazioni delle prescrizioni sulla coltivazione della cannabis a fini terapeutici alla guida senza patente: sono solo alcuni dei reati depenalizzati con due decreti approvati dal Consiglio dei ministri. Decine di reati lievi, finora puniti solo con ammenda, diventano illeciti amministrativi o civili, puniti con sanzione pecuniaria da 5.000 euro a 30.000 euro.
L’obiettivo è di decongestionare la giustizia penale, mantenendo comunque sanzioni anche più severe di quelle attuali. Il grande assente è il reato d’immigrazione clandestina. Lo stesso Renzi ha ammesso che «non serve a nulla» ma ragioni di opportunità politica hanno indotto a un rinvio.

L’elenco delle condotte che non saranno più reato e non graveranno sulla fedina penale, è corposo. In primo piano la norma sulla cannabis. Ci si riferisce solo ai soggetti già autorizzati a coltivare cannabis per uso terapeutico che, però, violano le prescrizioni. Fuori da questo quadro, coltivare cannabis in grandi quantità resterà reato. Non è una legalizzazione. Il ministro della Salute lo ha ribadito con forza. Uguale passaggio a illecito amministrativo è previsto per la guida senza patente, la prima volta che si è pizzicati. Finora la sanzione era da 2.257 a 9.032 euro, ma doveva comminarla un giudice dopo un processo. E la prescrizione mandava spesso tutto in fumo. Ora invece per chi guida con la patente non in regola scatterà la confisca del mezzo e una multa da 5mila a 30mila euro. In caso di recidiva c’è la sanzione penale. La misura non manca però di sollevare dubbi e critiche da parte dell’Associazione forense. La lista delle depenalizzazioni è ampia e comprende l’omesso versamento di ritenute previdenziali entro i 10 mila euro, atti osceni, abuso della credulità popolare, rappresentazioni teatrali e cinematografiche abusive, atti contrari alla pubblica decenza, noleggio di materiale coperto da copyright, impianti abusivi di carburante. Altri reati come ingiuria, danneggiamento semplice, appropriazione di cose smarrite, furto da parte di un comproprietario, falsità in scrittura privata, diventano illeciti civili. La persona offesa non dovrà più querelare, ma chiedere risarcimento al giudice civile. Il giudice, a sua volta, punirà il colpevole con una sanzione che va dai 100-200 agli 8.000-12.000 euro. (…)