A Udine Insigne è assoluto protagonista: segna e ispira i compagni. Il pareggio di Aduriz viziato dal fuorigioco.
Troppo bello se fosse vero. Se questa fosse l’Italia, spavalda, aggressiva, sempre in cerca del gol. E la Spagna invece così piccola, impaurita, senza idee e capace di fare due soli tiri in porta. Finisce 1-1, ma mai risultato è stato più ingiusto: gli azzurri davvero dominano e crescono di minuto in minuto, mettendo alle corde i rivali e sfoggiando nuovi già integrati (Insigne in gol, Bernardeschi ottimo, Motta ordinato) e un 3-4-3 che può giocarsela contro chiunque. Stop agli entusiasmi, però, perché senza Iniesta, Busquets e Diego Costa la Spagna perde tantissimo e non si ritrova: Fabregas è meno decisivo di una volta, Isco pare depresso, Piqué insicuro, e fortuna per Del Bosque che Morata, il migliore dei suoi, procura il gol di Aduriz (in fuorigioco). Però l’Italia c’è, soprattutto con la mentalità – le amichevoli non esistono – e nella voglia degli interpreti di conquistarsi un posto. Il secondo tempo, facilitato dalla Spagna che alza il baricentro e non si protegge, è uno spettacolo di contropiede e occasioni. La nota negativa è Eder, simile all’ultima versione Inter. Che rischi anche lui il posto? Gazzetta.it