Italiani a San Marino che lavorano, studiano, risiedono. A Domagnano il convegno ideato e organizzato da Fixing in collaborazione con il Comites

La frase più bella l’ha pronunciata l’Ambasciatore Fabrizio Colaceci, sfatando un mito, o peggio i pregiudizi che circondano la doppia cittadinanza: “Sono cittadini 100% italiani, 100% sammarinesi”. Una frase che la dice lunga anche sul dibattito che si è acceso ormai da diversi mesi sulla richiesta di togliere l’obbligo della rinuncia alla cittadinanza italiana ai naturalizzati sammarinesi.

Platea delle grandi occasioni e relatori d’eccellenza per il convegno ideato e organizzato da Fixing, in collaborazione e con il sostegno del Comites sul tema: “Italiani a San Marino”, specificatamente mirato sugli aspetti del lavoro, della residenza e dello studio sul Titano. Un quadro ad ampio spettro dei punti di attrazione, dei reciproci benefici e delle tante particolarità che caratterizzano il rapporto tra due Stati senza frontiere.

A parlare di tutto ciò: Luca Beccari, Segretario di Stato per gli Affari Esteri; Andrea Belluzzi, Segretario di Stato per gli Affari Interni; S.E. Fabrizio Colaceci, Ambasciatore d’Italia a San Marino; Laura Gobbi, direttrice generale dell’Università; Alessandro Amadei, presidente del Comites; Alessandro Stacchini, in rappresentanza del CSIR (Consiglio Sindacale Interregionale di San Marino-Emilia Romagna-Marche). La conduzione è stata affidata a Daniele Bartolucci, direttore del settimanale Fixing.
La comunità italiana residente sul Titano è sicuramente la più numerosa rispetto alle altre comunità di cittadini emigrati. Consta di 16.650 persone, di cui 5.500 con la sola cittadinanza italiana. Secondo una statistica fatta dall’Ambasciata, molte di esse sono arrivate per ragioni matrimoniali e provengono in prevalenza da città come Rimini, Riccione, Cesena. Questo è un altro aspetto che dimostra quanto i legami tra i due Paesi siano stretti e potenti; quanto l’integrazione sia una caratteristica storica, oltre che unica nella sua originalità. Ovviamente, così tante persone che partecipano per tanto tempo alla vita quotidiana del Paese, chiedono il riconoscimento di diritti civili importanti, a cominciare dal diritto di voto passivo, dopo avere ricevuto quello attivo, in occasione delle elezioni delle Giunte. Chiedono anche la possibilità di essere nominati presidenti e scrutatori di seggio: ne hanno le qualità e hanno perfino quella disponibilità che a volte, internamente, può mancare. In una frase, non vogliono essere spettatori passivi, ma attori attivi e interessati.

L’Ambasciatore Colaceci ha illustrato i servizi offerti dall’Ambasciata e le criticità derivanti dai grandi numeri, a causa dei quali si possono registrare tempi lunghi per il rilascio di documenti e certificati. Per esempio, vengono rilasciati circa 1.000 passaporti all’anno, contro i 570 del 2022. Ma il problema grosso riguarda le carte d’identità elettroniche: ce ne sono 3.500 da rinnovare entro agosto 2026, quando scadranno quelle cartacee. I tempi sono sicuramente molto più brevi per il rilascio dei codici fiscali, di cui oggi hanno bisogno anche gli studenti sammarinesi per frequentare istituti italiani. L’Ambasciatore ha consigliato a tutti di interfacciarsi direttamente sulla piattaforma del sito, sia per avere le risposte su tanti quesiti, sia per accelerare i tempi. Ma la cosa che più lo commuove è la richiesta di riacquisizione della cittadinanza, avanzata per lo più da tante donne, che non hanno mai dimenticato le loro origini e che ora possono esibirle grazie ad un disposto di legge.

Non ci si pensa spesso, ma anche l’Università è frequentata in massima parte da studenti italiani. Sono 2.000 in totale, di cui 1.000 iscritti ai corsi di laurea. Tra questi, l’85% sono italiani e il 15% sammarinesi. Per loro, l’Università ha predisposto la Smac, l’accesso alla mensa, trasporti pubblici gratuiti e anche la possibilità di frequentare il teatro. Per contro, c’è un grosso problema riguardo agli affitti, che sono troppo cari, e c’è la carenza di collegamenti interni. Elementi che frenano le iscrizioni da parte di studenti provenienti dalle regioni più lontane e dai Paesi stranieri. È per queste ragioni che urge più che mai uno studentato. Riguardo ai docenti, l’Università ha sottoscritto 300 contratti, anche in questo caso il 90% sono italiani. La bella novità è che stanno crescendo i numeri dei docenti sammarinesi e che recentemente è stato introdotto il tempo indeterminato anche per docenti forensi.

Oltre a tutto ciò, vanno considerati gli 8.700 frontalieri, che ogni giorno portano dentro i confini le loro professionalità, oltre a numerosi imprenditori italiani che con i loro progetti e i loro investimenti hanno garantito buona parte dello sviluppo di cui oggi San Marino va fiero. “Una dimensione di libero scambio e di libera circolazione delle persone – ha spiegato il Segretario Beccari – che precede l’Accordo UE già dal 1939, con l’Accordo di Amicizia e buon vicinato. L’interlocuzione con l’Europa non indebolisce, né reprime questo rapporto, che invece diventa più facile”.

“La prospettiva europea è già un obiettivo della struttura pubblica – gli ha dato man forte il Segretario Belluzzi – con un lavoro di squadra che sta coinvolgendo tutti i dipartimenti”. La progettazione di intervento investe tre macroaree: le tecniche di recepimento, l’organizzazione della PA in armonia con l’acquis comunitario, il coinvolgimento e l’informazione soprattutto delle giovani generazioni che già pensano, studiano e lavorano in versione europea.