In occasione della Settimana della Salute Mentale, la Scuola Judo Rimini mette in luce il suo progetto di inclusione per giovani con disabilità, un’iniziativa che utilizza la disciplina marziale come strumento di crescita, benessere e integrazione sociale.
Al centro del progetto c’è il Maestro Enrico Nanna, presidente dell’associazione, che ha introdotto il judo adattato nel territorio riminese fin dal 2013, portando un’esperienza maturata a Cremona sotto la guida del suo maestro, pioniere del settore fin dagli anni ’80. Il Maestro Nanna ha spiegato che il suo obiettivo è sempre stato quello di dimostrare le potenzialità del “metodo Judo” non solo come disciplina sportiva, ma come strumento per favorire il benessere e l’integrazione sociale dei giovani con diverse abilità.
Un percorso che ha radici profonde, consolidatosi già nel 2015 quando il Provveditorato degli Studi di Rimini affidò a Nanna il compito di formare gli operatori di sostegno proprio attraverso il metodo del judo. Questa formazione, che si è svolta presso l’Istituto Comprensivo Dante Alighieri, mirava a fornire agli assistenti scolastici nuovi strumenti per favorire l’apprendimento e l’equilibrio emotivo dei ragazzi, figure oggi diventate essenziali nella routine didattica.
Oggi, grazie al sostegno della dirigente scolastica dell’Istituto Comprensivo Dante Alighieri, la professoressa Silvia Angeli, il progetto prosegue con successo. I corsi, tenuti dal Maestro Nanna sia in orario curricolare che serale, offrono a quelli che lui ama definire i “ragazzi speciali” un percorso concreto, fornendo attività che aiutano a migliorare le capacità coordinative e motorie e a supportare chi affronta difficoltà intellettivo-sensoriali o disturbi del comportamento.












