Juventus. Allegri: “Nessun rammarico, pensiamo alla Fiorentina”

allegriInutile girarci intorno, il mantenimento del primo posto del girone D di Champions avrebbe garantito alla Juventus un sorteggio degli ottavi con vista sui quarti: l’unico vero pericolo si sarebbe chiamato Psg. Il secondo posto, con la beffa doppia di finire dietro a un avversario (il City) battuto due volte per giunta per colpa del gol segnato da un tuo illustre scarto (Llorente) regalato a un altro avversario (il Siviglia), porta con sé il rischio di uno scontro frontale con una corazzata: in attesa di capire chi tra Chelsea, Porto e Dinamo Kiev dominerà il non irresistibile gruppo G, le rivali abbordabili fra le prime (già) classificate sono lo Zenit, il Wolfsburg e anche l’Atletico Madrid.

ALLEGRI: “NESSUN RAMMARICO, PENSIAMO ALLA FIORENTINA” – Dopo l’immeritata sconfitta in casa del Siviglia (1-0), a interrompere una striscia di sette risultati utili consecutivi tra campionato e coppe, Massimiliano Allegri evita di piangere sul latte versato, spostando l’attenzione del suo immancabile tweet post gara sul primo match di alta classifica della stagione bianconera, in programma domenica sera allo Stadium: “Non penso al sorteggio ma alla Fiorentina. Peccato, abbiamo creato molto: non c’è rammarico ma consapevolezza della nostra forza!”. E fanno 129 battute e una mezza bugia, perché un po’ di logico e umano dispiacere non può non esserci per chi 24 ore prima di questo cinguettio dichiarava che “la conquista del primo posto è molto importante, per non pescare il Barcellona, il Bayern Monaco o il Real Madrid”. La storia si è comunque confermata, se è vero che in sei edizioni di Champions League il tecnico toscano ha sempre passato la fase di qualificazione agli ottavi come seconda forza del girone.

MARCHISIO: “SPIACE TANTISSIMO, MA ORA TESTA AL CAMPIONATO” – Anche Claudio Marchisio è tornato sulla serata del Sánchez-Pizjuán, senza nascondere una certa delusione: “Dispiace tantissimo a tutti non aver raggiunto il primo posto del girone – scrive il centrocampista torinese su Instagram -. C’è grande rammarico perché abbiamo disputato una buona gara, senza però trovare la via di quel gol che meritavamo sicuramente più di loro. Abbiamo comunque raggiunto il passaggio del turno, ora testa e tempo per dedicarci al campionato”.
Oggi è il giorno dell’analisi a mente fredda. E dei fisiologici rimpianti, oltre che del responso medico per l’acciaccato Zaza, il 30° infortunio della stagione juventina (il 22° ko di natura muscolare). Già, perché l’inciampo di Siviglia, dove la Signora aveva due risultati utili su tre, è sì figlio della sfortuna (vedere la traversa colpita da Dybala), ma anche di certi errori da matita blu (vedere i due gol divorati da Morata). E, più in generale, di quell’emergenza infinita che, con la rosa limitata a soli 14 giocatori, ha costretto Allegri a tenere in campo per novanta minuti lo stesso attaccante spagnolo, la controfigura del giocatore che non molto tempo fa segnò cinque reti consecutive in Champions, eguagliando il primato bianconero di un certo Del Piero.

LA METAMORFOSI DI MORATA, DA KILLER A GIOCHERELLONE – Dopo un mese trascorso in panchina, Morata era chiamato a smentire Allegri, che su “El Pais” di martedì lo aveva definito “più giocherellone che killer”. Doveva fare il profeta in patria, ritrovare quel gol perduto da oltre due mesi, ma ha finito per cedere la scena al suo connazionale ed ex tutor Llorente. Come impone il manuale del bravo allenatore, Allegri ha difeso il ragazzo (“Alvaro ha fatto bene, meritava il gol, deve restare sereno”), ma il rapporto tra i due resta piuttosto agitato. Non tanto per il cazziatone pubblico inflitto dallo stesso tecnico al calciatore sul prato del Borussia Park: l’episodio dei calzini fucsia anziché rosa ha fatto più… colore che scandalo. Semmai per il ciapanò di Morata degli ultimi tempi, speziato da certe polemiche esternate con leggerezza ma senza tanti giri di parole

dallo stesso puntero un mesetto fa in Spagna, relativamente al suo impiego da attaccante esterno: peccato che da quando è sparito il 4-3-3 (per il 3-5-2 di contiana memoria) sia sparito anche il vero Morata. A Torino lo attendono con impazienza. Intanto, contro la Fiorentina, oltre alla mira e al cinismo dell’ultimo mese, la Juve conta di recuperare anche Mandzukic, Evra e probabilmente pure Khedira e Caceres, pedine fondamentali per una squadra apparsa inevitabilmente provata.